I pm di Roma hanno fatto sapere che entro 2 mesi al massimo verrà presa posizione in merito alla sindaca Virginia Raggi, indagata per abuso d’ufficio nell’inchiesta partita dall’arresto del costruttore Luca Parnasi: non solo, ci sarebbe anche altri due esposti presentati alla Procura di Roma in merito ad aspetti procedurali che riguardano il progetto dell’As Roma di costruire uno stadio con annesso business park a Tor di Valle. A presentarli è stato il Tavolo della libera urbanistica presieduto dall’architetto Francesco Sanvitto: il primo fascino riguarda la presunta compravendita che ha portato fino all’acquisto dei terreni dell’Eurnova di Parnasi sui quali sorge oggi l’ipprodromo di Tor di Valle, con il sospetto di bancarotta fraudolenta (fonte FarodiRoma.it). Il secondo esposto invece riguarda il progetto stesso dello stadio, specificando come «un imprenditore privato non potesse presentare una richiesta di variazione del piano regolatore».



LO STADIO, IL SINDACO E LA SOCIETÀ

Nella partita su Roma però, come evidenziano le ultime battaglie politiche tra Lega e M5s, pesa e tanto il pressing di Salvini per provare alla nazione intera l’incapacità di Virginia Raggi nel gestire una città complessa e in crisi come la Capitale. Per questo anche sul caso dello Stadio, davanti all’indagine ai danni della n.1 del Campidoglio, le pressioni politiche affinché lei possa lasciare soffieranno sempre di più nei prossimi due mesi, in attesa che i pm arrivino ad una conclusione sull’inchiesta che vede di nuovo coinvolta la grillina eletta nel 2016. «La sindaca Virginia Raggi è estranea ai fatti e l’iter per l’approvazione del progetto dello Stadio della Roma fu all’epoca rimandato e dopo l’arresto di Parnasi sospeso per consentire ulteriori approfondimenti», sono le parole degli avvocati della sindaca, Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, in merito alla decisione del gip di non procedere all’archiviazione per l’accusa di abuso d’ufficio, come invece richiesto dalla loro stessa assistita. Intanto il Presidente della As Roma, James Pallotta, non vuole sentire parlare di ostacoli nella costruzione dello stadio, il suo vero obbiettivo da quando è giunto alla guida della società con la gestione Usa: l’assemblea in Campidoglio ha già votato due volte la delibera di pubblico interesse, la prima volta con Marino, la seconda con la Raggi, a seguito della profonda modifica del progetto iniziale. In seguito, c’è stata una conferenza dei servizi decisoria: secondo la società giallorossa, non si può tornare indietro, «altrimenti si ravviserebbero un danno erariale verso la città e un danno civilistico nei confronti dei proponenti».

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