Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, qualche giorno fa l’aveva suggerito in conferenza stampa: “Usiamo i raggi ultravioletti contro il Coronavirus“. Il tycoon aveva però fatto l’errore di abbinare verbalmente la sua (?) intuizione con il consiglio di iniettarsi candeggina o disinfettante nelle vene, finendo per essere deriso. Eppure, secondo uno studio condotto da quattro ricercatori della Columbia University, il Covid-19 potrebbe essere annientato ricorrendo alla cosiddetta “far-UVC”, ovvero una lunghezza d’onda specifica presente nel più ampio spettro UVC. Quest’ultima, stando alle parole degli esperti, annienterebbe il virus, senza danneggiare la pelle o gli occhi dell’uomo. Se tutto ciò fosse confermato, significherebbe che sarebbe sufficiente l’installazione di lampadine far-UVC nel proprio ufficio o nella propria casa per risultare immuni al contagio. Steven Denbaars, docente presso l’Università di Santa Barbara specializzato in illuminazione, ha dichiarato a “Fast Company” che si tratta di “una tecnologia molto interessante e utile, qualora funzionasse”.
RAGGI ULTRAVIOLETTI CONTRO IL CORONAVIRUS? “LO RENDONO INATTIVO DOPO POCHI MINUTI”
Secondo quanto pubblicato dai ricercatori della Columbia University nel proprio studio, un approccio diretto per limitare la trasmissione per via aerea degli agenti patogeni è quello di renderli inattivi entro un breve periodo di tempo dalla loro produzione. La luce ultravioletta germicida (UV), tipicamente a 254 nm, è efficace in questo contesto, ma rappresenterebbe un pericolo per la salute della pelle e degli occhi; al contrario, la far-UVC (207-222 nm) uccide efficacemente gli agenti patogeni senza danneggiare le cellule o i tessuti umani esposti. In seguito ad alcuni esperimenti eseguiti, gli studiosi hanno scoperto che, aumentando l’intensità della far-UVC, si dimezzerebbero i tempi di disinfezione, mantenendo comunque la sicurezza. “Poiché tutti i Coronavirus umani hanno dimensioni genomiche simili e medesimo fattore determinante della sensibilità alle radiazioni, è realistico aspettarsi che la luce far-UVC lontano mostrerà un’efficienza di inattivazione anche contro il Covid-19“, concludono gli esperti.