STASERA IL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU RICHIESTO DALLA RUSSIA DOPO IL RAID SUL CONSOLATO IRAN

Si terrà questa sera alle ore 21 la nuova riunione del Consiglio di Sicurezza ONU convocato ufficialmente dalla Russia di Vladimir Putin l’indomani del raid lanciato da Israele contro un consolato dell’Iran a Damasco, in Siria. Nel pieno della guerra contro Hamas a Gaza – dopo che già le tensioni a livello internazionale avevano portato nelle scorse settimane un primo voto “in polemica” degli Stati Uniti contro l’alleato israeliano – l’attacco aereo sferrato dalle forze militari di Netanyahu contro un consolato iraniano rischia di far precipitare l’escalation in tutto il Medio Oriente.



Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrà esprimersi sull’attacco alla sede diplomatica di Teheran in Siria, con il rischio di una guerra ben più ampia tra Israele e Iran che potrebbe trascinare i rispettivi alleati internazionali, su tutti Stati Uniti e Russia: ed è proprio da Mosca che giunge la richiesta del Consiglio ONU dopo la lettera inviata da Pasdaran. «Dopo l’attacco aereo di Israele contro il consolato iraniano a Damasco, gli iraniani si sono rivolti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per condannare questa azione. A seguito della loro lettera abbiamo richiesto un briefing aperto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La presidenza maltese l’ha fissata per le 15.00 ora di New York (21 ora in Italia, ndr) del 2 aprile», ha spiegato in una lettera alle Nazioni Unite Dmitry Polyansky, vice rappresentante permanente russo presso l’ONU. Secondo la lettura del Cremlino sull’attacco lanciato da Israele nelle scorse ore, si tratterebbe di una autentica «violazione di tutti i fondamenti del diritto internazionale e un atto di aggressione», spiega il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov,



CAOS ISRAELE-IRAN, LA MOSSA DI PUTIN PER “STANARE” GLI USA SULLA POSIZIONE DA PRENDERE

La richiesta immediata della Russia di convocare il Consiglio di Sicurezza ONU resta sulla scia delle tante riunioni di questi mesi all’interno delle Nazioni Unite dove l’alleanza Usa-Israele è sempre rimasta solida, fino all’ultimo voto sul cessate il fuoco per il Ramadan dove l’amministrazione Biden astenendosi ha di fatto permesso il passaggio della risoluzione che “vieta” l’attacco di Israele contro Rafah, scatenando le ire dello Stato ebraico. Con questo nuovo voto previsto stasera Putin cerca un modo per “stanare” gli Stati Uniti e porli ad esprimere ufficialmente una posizione davanti ad un atto molto forte come l’attacco ad una sede diplomatica dell’Iran in un Paese straniero non coinvolto direttamente nella guerra per Gaza (anche se in realtà le milizie filo-Hamas hanno lanciati attacchi contro le sedi Usa e israeliane negli scorsi mesi, ndr).



Secondo il portavoce della Commissione Europea, Peter Stano, nel briefing con la stampa stamane a Bruxelles, la situazione in Medio Oriente è tutt’altro che semplice: «Siamo allarmati dal presunto attacco israeliano contro un edificio diplomatico iraniano nella capitale siriana a Damasco e dall’attacco contro un consolato che in realtà è una struttura diplomatica e la nostra posizione è che in questa situazione regionale altamente tesa, è davvero della massima importanza mostrare moderazione, perché un’ulteriore escalation nella regione non è nell’interesse di nessuno». Dopo l’attacco ieri sera ha parlato anche la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, definendo Israele come «il regime malvagio» e promettendo ritorsioni molto forti nei prossimi giorni, «sarà punito dalle mani dei nostri coraggiosi guerrieri. Con la grazia di Dio, li faremo pentire di questo crimine». In maniera ancora più netta, il ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amir-Abdollahian, sui social ha lanciato un monito diretto a Washington: «è stato inviato un messaggio importante al governo americano in quanto sostenitore del regime sionista. L’America deve essere ritenuta responsabile». Nelle scorse ore è stato convocato il funzionario dell’ambasciata svizzera a Teheran, in quanto il Paese elvetico cura gli interessi Usa in Iran dopo gli scontri diplomatici degli scorsi anni: «sono state spiegate le dimensioni dell’attacco terroristico e del crimine del regime israeliano ed è stata sottolineata la responsabilità del governo americano», spiega sempre il Ministro iraniano.