La storia della televisione italiana passa per Raimondo Vianello: pioniere della conduzione televisiva, del carisma fortificato dall’autoironia e dall’umorismo spontaneo. Un maestro del settore, capace di inserirsi in format dedicati all’intrattenimento, all’informazione sportiva e senza dimenticare le esperienze sul set. Con sua moglie Sandra Mondaini ha trasformato il piccolo schermo in una sorta di teatro dove, quotidianamente, strappava un sorriso e scriveva la storia della televisione italiana. Non è certo un caso che il compianto Raimondo Vianello venga considerato tra i padri fondatori del piccolo schermo, messo al pari di due grandi colleghi altrettanto immensi come Mike Bongiorno e Corrado. Prima in Rai, poi in Fininvest – ora Mediaset – è riuscito a gettare le basi per programmi e trasmissioni che, senza la sua lezione, forse oggi non potrebbero esistere.
Raimondo Vianello, il cordoglio ‘totale’ per la scomparsa di un maestro assoluto
Aveva 87 anni Raimondo Vianello quando tristemente passò a miglior vita; era il 15 aprile del 2010 e già da giorni era ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano a causa di un blocco renale che durava da 11 giorni. Il conduttore, dal ‘72, era costretto a vivere con un solo rene e ovviamente il quadro clinico era per questa ragione ancor più ostico e difficoltoso.
Il cordoglio per la morte di Raimondo Vianello fu totale, in virtù di quel suo spirito istrionico che lo ha portato nel tempo a tuffarsi in esperienze diversificate: dalla tv, allo sport, passando per per il set con la storica sitcom “Casa Vianello”. Tutti si strinsero intorno alla famiglia, in particolare alla moglie Sandra Mondaini che viveva quasi in simbiosi con il maestro dell’ironia e comicità. Un dolore troppo forte da sopportare; 5 mesi dopo anche lei si spense lasciando un vuoto altrettanto profondo nel cuore di affetti e addetti ai lavori.