Mino Raiola è furioso dopo le rivelazioni della trasmissione Report, andata in onda lunedì sera su Rai Tre. Il potente procuratore, infatti, ha inviato una nota alle agenzie di stampa per difendere il suo operato: “È una vergogna che la televisione di Stato, usando soldi pubblici, crei fake news. La Rai dovrebbe essere garante di un giornalismo serio e responsabile. Invece è stato mandato a Malta un giornalista che ha raccontato tante falsità e non ha saputo o voluto trovare il giusto indirizzo della mia società, nonostante lo stesso abbia consultato, come da screenshot mostrato nell’anteprima video diffusa, il registro del commercio di Malta dove l’indirizzo riportato è corretto”.
Secondo il procuratore italo olandese, la sua società esiste ed è attiva sull’isola e il servizio della trasmissione ne ha minato seriamente la credibilità. “Se la Rai, che a questo punto è stata ufficialmente informata della spiacevole situazione, andrà avanti su questa strada – conclude Raiola – agirò nelle sedi competenti e lo farò anche verso le altre testate che riporteranno questa fake news”. Uno scontro dialettico con toni forti, ma la replica della televisione di Stato non si è fatta attendere.
Mino attacca Report, la Rai non arretra e si difende
“Quello di Mino Raiola è un attacco alla libertà di stampa. L’indirizzo dove noi siamo andati è quello che Raiola dichiara alla Federcalcio italiana e che viene riportato in un documento ufficiale che fa fede anche per i controlli sulle operazioni di mediazione. Report ha mandato due richieste di intervista a Raiola il 25 marzo e il 15 aprile. Alla prima richiesta la risposta è stata negativa. Alla seconda non c’è stata risposta”. In buona sostanza si ribadisce quanto detto all’interno della trasmissione, con il rifiuto di Raiola di rispondere alle richieste di Report.
Tuttavia la trasmissione televisiva si dovrà difendere dagli attacchi di un altro procuratore, Vincenzo Morabito, intervistato nella sua abitazione di Lugano, che, però, lamenterebbe di essere stato ingannato al termine del colloquio con il giornalista Rai, a cui ha rivelato, a telecamera spenta, dei giudizi poco edificanti sull’attaccante della Lazio Muriqi. Ebbene, quelle telecamera ha continuato a registrare all’insaputa del procuratore, che ora è pronto a chiedere i danni a Report per tutelare la propria immagine, così come farà Radu, il difensore biancoceleste citato da Morabito per descrivere le mediocri doti tecniche del centravanti kosovaro.