Inizia domani 13 aprile il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera celebrato ogni anno dai fedeli della religione islamica: esattamente come nel 2020, anche per questo Ramadan 2021 la pandemia e le restrizioni dei lockdown impongono un regime di regole che varia in maniera sostanziale rispetto alla consuetudine. Diversamente dallo scorso anno, sermoni e preghiere possono essere condotti in presenza – rispettando distanziamento e numeri massimi nelle mosche e nei centri di preghiera – mentre il vero problema quest’anno resta il coprifuoco: «Abbiamo riadattato l’ultima preghiera serale, che normalmente termina alle 22.30-23 anticipando la fine alle 21.30, consentendo così ai fedeli di poter tornare a casa prima del coprifuoco», ha spiegato all’Agenzia Dire il presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii), Yassine Lafram.



Le 5 preghiere giornaliere (da vivere in assoluto digiuno, fino al tramonto) possono essere scandite all’interno dei centri di culto: ancora il n. 1 dell’Ucoii, «Il digiuno è uno dei cinque pilastri del ramadan (gli altri sono testimonianza di Fede, preghiera quotidiana, pellegrinaggio alla Mecca e l’elemosina, ndr) ed è quello più praticato anche da chi, magari, fatica a pregare cinque volte al giorno». Per conoscere al meglio tutte le prescrizioni e regole stabilite dal Corano per il mese di digiuno da dedicare ad Allah, ecco il portale Arab.it: il periodo astronomico calcolato per il 2021 durerà da domani 13 aprile fino alla sera di mercoledì 12 maggio.



RAMADAN, LA POLEMICA NELLA SCUOLA DI MILANO

Nel calendario islamico (Hijiri) il Ramadan cade nel nono mese dell’anno ed è quando si celebra la prima rivelazione del Corano a Maometto, avvenuta 1442 anni fa. Dall’alba al tramonto, i musulmani non possono mangiano, non bevono, non praticano attività sessuale e non fumano: lo scopo del Ramadan è quello di raggiungere la “taqwa”, la coscienza di Dio. Al termine del mese di sacrifici, si celebra la Festa della Rottura che segna l’inizio del nuovo mese lunare (il Shawwal). In attesa dell’inizio di questo lungo periodo di digiuno e preghiere, una polemica ha accompagnato la vigilia del Ramadan 2021 e proviene da una scuola di Milano: una circolare firmata dalla dirigente scolastica dell‘Istituto Comprensivo “Ermanno Olmi” ha provocato rabbia e polemica in alcune famiglie di religione musulmana, che hanno visto in sostanza il «divieto di rispettare il digiuno a scuola», considerandola una mancanza di sensibilità e di rispetto verso la libertà religiosa.



La circolare vede la seguente prescrizione: «I minori in età scolare sono esentati dal digiuno durante il Ramadan coincidente con la frequenza scolastica e quindi la scuola non permette uscite in orario mensa né che gli alunni digiunino a scuola». La presidente dell’istituto è stata contattata da Fanpage per rispondere alle accuse di “attentato ai diritti umani più basilari e aberrazione contro il profilo dottrinale islamico” pervenute dal quotidiano “La Luce” (diretto da Davide Piccardo, esponente di spicco della comunità islamica di Milano): così Laura Barbinato ha voluto replicare alle accuse, «Nessuno vuole negare la libertà di scelta, tanto è vero che tutte le prescrizioni dietetiche vengono rispettate e che abbiamo la massima cura nel tutelare le culture dei nostri alunni, che vengono da altri Paesi o hanno convinzioni alimentari diverse». Prosegue la dirigente ancora «Però abbiamo avuto bambini che sono svenuti a scuola a causa del digiuno, altri che non hanno potuto più fare attività sportiva o partecipare alle gite, in quanto, andando verso il caldo, non solo la privazione del cibo, ma soprattutto quella dell’acqua era un problema che interferiva sul benessere psicofisico dei bambini».