Inizia oggi, 22 marzo 2023, il Ramadan, il mese di digiuno che i fedeli musulmani dovranno praticare. Curioso quanto si legge sul sito dell’agenzia Agi e che riguarda la Libia: sarà vietato per i credenti nell’Islam anche bere il caffè espresso, bevanda che in quella zona del mondo viene consumata spesso e volentieri, come da eredità del periodo coloniale italiano. Chi è stato in Libia si sarà infatti accorto dei numerosi caffè e chioschetti dislocati ogni dove in quel di Tripoli, con una serie infinita di macchine per il caffè espresso italiane, per soddisfare l’enorme richiesta. Ieri si sono quindi consumate le ultime tazzine di caffè, mentre da oggi scatterà il digiuno giornalierio: chi lo vorrà dovrà infatti aspettare il tramonto.



Al calar del sole i fedeli musulmani che rispettano il Ramadan potranno infatti cibarsi e bere. “Immediatamente dopo, come ogni anno, si precipiteranno per bere caffè, come se fosse acqua”, ha spiegato all’Agi Mohamed Zourgani, proprietario di un caffè comprato negli anni ’50, e situato nella città vecchia di Tripoli. “Le generazioni più vecchie amano ancora il caffè arabico mentre i giovani ordinano per lo più caffè espresso o macchiato”, ha aggiunto il 31enne gestore del caffè, spiegando che si tratta di un’abitudine irrinunciabile per i libici “anche nel periodo della guerra civile”, che durò dal 2011 fino al 2020.



RAMADAN, IN LIBIA VIETATO BERE CAFFE’: UNA TRADIZIONE RILANCIATA AI PRIMI DEL ‘900

Ovviamente, come avviene in Italia, il consumo del caffè in Libia è un pretesto per socializzare, sedersi ad un tavolo assieme ad amici e conoscenti e confrontarsi su fatti di attualità, vita politica e via discorrendo. Tra l’altro in Libia il caffè è molto economico, meno di un euro, e viene anche utilizzato per un’altra tipica pietanza italiana, l’affogato, un dessert di cui i libici ne vanno ghiotti.

La tradizione nacque nel quindicesimo secolo, quando i chicchi dello Yemen passavano per il nord Africa, giungendo in Europa, e facendo quindi “tappa” in Libia. A partire dal 1911, con l’occupazione italiana della nazione, la cultura della bevanda ambrata venne rilanciata.