Il giornalista e saggista Federico Rampini nel suo ultimo libro – ‘Grazie, Occidente!’, del quale ha parlato sulle pagine del quotidiano La Verità – cerca di sfatare un po’ quei falsi miti che stanno portando una certa parte della società a processare “l’Occidente come la civiltà più malvagia” nel tentativo (purtroppo non sempre vano) di imporre che “ci si genufletta davanti al resto del mondo per le sofferenze che abbiamo inflitto“; il tutto ovviamente dimenticando che – in realtà – quello stesso demonizzato Occidente “è stato protagonista di tre secoli meravigliosi in cui abbiamo accumulato una quantità sbalorditiva di scoperte [e] invenzioni“.
Queste ultime – ricorda Rampini – hanno avuto “benefici immensi” per l’intera umanità che si riconoscono (per esempio) nella fine della “mortalità infantile” e nell’allungamento “della longevità umana” rese possibili dalla nostra medicina, ma anche dal fatto che grazie alla “nostra agronomia che ha moltiplicato i raccolti” nazioni come Cina, India e Africa sono tra le più popolose al mondo; e se proprio dovesse spiegare il perché di questo singolare fenomeno di demonizzazione culturale ipotizzerebbe almeno quattro ragioni.
La prima secondo Rampini va ricercata nel mero “calcolo geopolitico” che porta – per esempio – la Cina ad accusarci di colonialismo per nascondere “il fatto che è uno degli ultimi imperi coloniali”, così come la seconda è il tentativo di certe “oligarchie del Terzo Mondo (..) di nascondere le proprie ruberie e i propri fallimenti“; mentre il terzo fattore “si ricollega” a realtà politiche come “comunismo, cattolicesimo e fascismo” e l’ultimo – quello “più aggressivo” – è quello “fabbricato dalle élite protestanti americane”.
Federico Rampini: “Le idee delle élite su migranti e clima danneggiano l’integrazione e la salvaguardia dell’ambiente”
Tutto questo – continua Federico Rampini – finisce per ripercuotersi sui giovani, da anni vittime di “un lavaggio del cervello” che parte dall’insegnamento della storia e si estende fino alle “influenza di Hollywood” portate avanti da certe “élite culturali [che] pensano che denunciare la nostra cattiveria sia il segno di un moralità superiore” al solo fine – secondo il saggista – di preservare il “potere culturale e politico a chi le dirige”.
La dimostrazione a quello che sta dicendo Rampini la si può trovare – spiga lui stesso – per esempio nella gestione della questione ambientale che mira a demonizzare le energie fossili ignorando che grazie a queste ultime possiamo evitare di bruciare la legna producendo “molto più Co2 in atmosfera” rispetto a quanto facciamo ora; oppure anche nel tema dei migranti in una sorta di tentativo di scusarci con l’idea “accattivante e sbagliata che noi siamo ricchi perché abbiamo reso poveri gli altri”, diffondendo negli stranieri “l’idea che hanno diritto a nutrire rancore e a rivendicare risarcimenti” che danneggia profondamente “la loro integrazione”.