L’Ucraina non sarà l’unica nazione che probabilmente verrà presa di mira da Vladimir Putin e dall’esercito russo. Ne è convinto l’autorevole giornalista del Corriere della Sera, Federico Rampini, esperto di politica internazionale ed in particolare di Mosca e di tutti conflittuali rapporti con le altre superpotenze. Ospite ieri sera negli studi del programma di La7, DiMartedì, ha spiegato: “Putin lo ha detto chiaramente che non si vuole limitare all’Ucraina e faremmo bene una volta per tutte ad ascoltarlo quando parla, a non sottovalutarlo”.



Sono anni che il numero uno russo medita di espandere la propria nazione: “E’ dal 2007 – prosegue Ramponi – che Putin ha una narrazione sull’accerchiamento della Russia che è una narrazione che in gran parte stravolge la realtà storica. E’ vero che abbiamo allargato la Nato troppo vicino alle sue frontiere, potenzialmente creando una sorta di insicurezza nell’animo russo – prosegue il collega del quotidiano di via Solferino – però attenzione gli abbiamo anche offerto le porte del G7 per divenire G8”.



RAMPINI: “PUTIN SI COMPORTA COME GLI ZAR”

E non solo, visto che Rampini ricorda anche l’appoggio della Nato di una ventina di anni fa “Alla fine degli anni 90 gli avevamo offerto una partnership della Nato quindi tutta questa teoria dell’accerchiamento semplifica ad uso e consumo di un Putin che non è mai riuscito a modernizzare il suo Paese, ne ha fatto un Paese sempre più povero, arretrato, non europeo, non omologato al resto dell’Europa e quindi reagisce come reagivano gli zar”.

Rampini conclude: “La storia degli Zar è piena di modernizzazioni fallite che si rovesciavano in una sorta di ansia di vendetta nei confronti dell’Europa”. C’è quindi il rischio che il conflitto si allarghi ulteriormente, e secondo gli addetti ai lavori la prossima nazione ex satellite dell’Unione Sovietica a cadere potrebbe essere la Moldavia. La speranza, ovviamente, è che ciò non si realizzi.