Dopo essersi duramente scontrata con Federico Rampini sulla Turchia, l’attivista Eddi Marcucci ha commentato con un’espressione sbigottita le dichiarazioni del giornalista e scrittore sui curdi a In Onda. C’è, infatti, un patto non scritto tra Turchia e Finlandia e Svezia in merito all’estradizione di migliaia di dissidenti curdi in cambio del via libera del presidente Tayyip Erdogan all’ingresso nella Nato. “È un prezzo pesantissimo, dolorosissimo e molto grave, ma se Erdogan. tramite lo sblocco le vie del grano, potesse salvare milioni di vite umane in Nord Africa e Medio Oriente, forse quel prezzo si rivelerebbe doloroso ma accettabile“.
Non ha nascosto lo choc per queste dichiarazioni Eddi Marcucci, ma neppure la conduttrice Concita De Gregorio, che ha ricordato a Rampini che si tratta di migliaia di vite umane. “Però sono moltissime decine di migliaia di persone, diventerebbe una pulizia etnica“. A questo punto Federico Rampini ha replicato: “Vedremo cosa faranno esattamente. Ho fiducia nell’opinione pubblica dei due Paesi“.
RAMPINI “TURCHIA NON AUTORITARIA COME CINA”
Eddi Marcucci aveva peraltro precedentemente evidenziato l’ipocrisia nel modo in cui ci si rapporta con la Russia rispetto alla Turchia. “Ha detto sì all’ingresso della Svezia e della Finlandia nella Nato. Chi non lo voleva ha scoperto che Erdogan fa schifo, ma faceva schifo anche prima. L’allargamento della Nato sta sullo stomaco a tutti i putiniani d’Italia“, la replica piccata di Federico Rampini.
Il giornalista e scrittore a In Onda ha messo sulla bilancia Turchia e Cina, constatando che nel primo caso c’è uno spiraglio: “C’è un’aggressione in corso, questa è l’emergenza, questa è la priorità. Sarebbe bene che Erdogan fosse mandato a casa dagli elettori, il fatto stesso che sia possibile questo ci dice che la Turchia non è un Paese autoritario come la Cina“. Quindi, per Federico Rampini la Turchia è “una sorta di ibrido, è un sistema sicuramente colpevole di gravissimi, atroci abusi contro i diritti umani, ma esiste una sorta di legittimità del popolo che si esprime alle urne e potrebbe anche mandare a casa Erdogan“.