«Venti di guerra? L’incognita è Putin, decifrare le sue intenzioni strategiche è un’impresa»: è come sempre non banale l’analisi geopolitica offerta da Federico Rampini, inviato dagli States per il “Corriere della Sera”, rispetto alle enormi tensioni tra Russia e Ucraina.

Nel giorno in cui Putin ribadisce la pericolosità della Nato vicina alle frontiere russe, il giornalista collegato con ‘Tagadà’ su La7 sottolinea il possibile “piano” del Cremlino e il contemporaneo progetto di Biden per evitare in extremis un guerra che in realtà nessuno sembra volere per davvero. «Putin ha sempre detto che vuole ricostituire una zona di sicurezza attorno alla Russia, e quindi far arretrare la NATO che si è spinta pericolosamente vicina alle sue frontiere», riflette Rampini illustrando le problematiche dietro la “decifrazione” delle mire geopolitiche del Presidente russo. «Non ci riesce nemmeno la Cia a decifrare Putin, diciamo la verità. Ci sono centinaia di analisti della Cia che da anni lo studiano e che si limitano a fare in questo momento delle ipotesi probabilistiche su quelli che sono i suoi veri obiettivi». Detto questo, le chance di guerra ci sono purtroppo e sono davanti agli occhi di tutti: più di centomila soldati vicino al confine dell’Ucraina non sono qualcosa che si possa “sottovalutare”.



IL “PIANO B” DI BIDEN E LE MIRE DELLA RUSSIA

Secondo Rampini al netto dei venti minacciosi in arrivo da Est, non sembra plausibile che la guerra sia il vero obiettivo principale per Putin: «Lui in fondo ha sempre detto che vuole ricostituire una zona di sicurezza attorno alla Russia. Noi lo traduciamo dicendo che vuole ricostituire una sfera di influenza. Assomiglia molto a quella dell’ impero zarista o a quella dell’unione sovietica e del patto di Varsavia, quindi vuol far arretrare la Nato che si è spinta dopo la caduta del muro di Berlino dopo la dissoluzione dell’unione sovietica, si è spinta per lui dal suo punto di vista pericolosamente vicino alle sue frontiere». Vi è dunque uno scenario “A”, secondo Rampini, che si staglia davanti agli occhi del mondo: Putin in qualche modo attacca l’Ucraina e l’Occidente risponde: come? «Con delle sanzioni pesantissime. Questo scenario “A” di cui si parla da molti giorni, non soddisfa nessuno». Come ribadisce ancora l’inviato del “Corriere”, Putin probabilmente non ha interesse a una guerra in Ucraina, dato che ci sono dei rischi anche per lui, nonostante l’enorme superiorità militare russa; ma è anche l’Unione Europea a rischiare, «con le sanzioni economiche, rischiamo di fare del male anche all’Europa occidentale, che è molto molto dipendente dalla Russia» per gas ed energia. Soprattutto, chiarisce Federico Rampini a “Tagadà”, «spingiamo la Russia sempre di più nelle braccia della Cina, perché le sanzioni economiche hanno come effetto che la Russia va a cercarsi un’altra sfera di cooperazione economica e Pechino è già lì pronto ad accoglierlo». Ecco dunque il piano “B” che potrebbe stagliarsi all’orizzonte e sarebbe ricercato dallo stesso Presidente Usa Joe Biden: «è in parte un compromesso per cercare di venire incontro ad alcune delle richieste. Se ne sta discutendo in America anche con personaggi molto autorevoli come l’ex ambasciatore di Obama a Mosca Max Fall». L’ipotesi che formula Rampini su fonti Usa è quella di una “finlandizzazione” di alcuni Stati cuscinetto, ovvero garantire con una specie di grande patto diplomatico che unisca Europa dell’Ovest, Stati Uniti e Russia per «garantire che una cintura di stati vicini alla Russia compresa l’Ucraina, naturalmente, ma anche la Georgia, la Moldavia, Azerbaijan diventino un po’ quello che nella prima Guerra Fredda erano la Finlandia e Austria». Erano due Paesi piuttosto vicini all’Occidente ma di fatto ‘neutrali’ nei confronti della Russia: riportato ai giorni nostri, Stati cuscinetto in “stile Finlandia” rassicurerebbero Putin e potrebbero essere un buon compromesso anche per Ue e Usa.



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