L’allarme su un “cliente pericoloso” tra le escort brasiliane a Milano avrebbe fatto il giro di alcune chat accendendo un faro prepotente sull’identità del presunto “predatore” che avrebbe seminato il panico negli ambienti del capoluogo lombardo. Lo riporta Il Corriere della Sera, secondo cui il soggetto in questione sarebbe un “rampollo” di famiglia facoltosa, imprenditore di circa 50 anni, finora mai denunciato dalle sue presunte vittime per paura. Nel suo mirino, stando alla ricostruzione fatta dal quotidiano, sarebbero finite escort di nazionalità brasiliana senza documenti regolari, “bersagli” più facili da colpire e da costringere al silenzio tenendo così la storia al riparo dall’attenzione degli inquirenti.
Il Corriere della Sera riporta di un numero importante di presunte vittime, ancora da accertare, e di un tessuto di violenze e di minacce che avrebbero alzato l’asticella della paura tra le escort brasiliane arrivate in città. I luoghi in cui il rampollo avrebbe agito sarebbero dislocati in varie parti del capoluogo, tra abitazioni private e hotel di lusso in cui si sarebbero consumate aggressioni sessuali sotto l’uso di crack. Stando alla ricostruzione del Corriere, le presunte vittime si sarebbero “avvisate” a vicenda sulle condotte dell’uomo puntando l’attenzione anche sulle sostanze che lo stesso le avrebbe spinte a consumare in costanza di vari appuntamenti. In caso di rifiuto, le percosse.
Allarme tra le escort brasiliane a Milano: occhi puntati su un rampollo “pericoloso” tra i clienti
L’ambientazione che farebbe da sfondo ai fatti – raccontati dal Corriere della Sera, ma mai denunciati dalle presunte vittime alle autorità – sarebbe quella della Milano bene. Il protagonista, presunto autore di minacce e violenze ai danni di alcune escort di nazionalità brasiliana nel capoluogo lombardo, sarebbe un soggetto appartenente a una famiglia facoltosa, un “rampollo” 50enne sul quale sarebbe stato lanciato un allarme via chat tra presunte e potenziali vittime. Secondo il quotidiano di via Solferino, le escort che sarebbero finite nel mirino del presunto “predatore” non avrebbero mai parlato della vicenda con la polizia né con i carabinieri per paura che l’attenzione ricadesse anche sulla loro posizione: a spingerle al silenzio sarebbe stata anche la paura di essere sottoposte a controlli per documenti non regolari.
L’uomo in questione, riferisce ancora Il Corriere della Sera, agirebbe secondo un preciso schema: prima di entrare in azione, si dedicherebbe ad uno “studio preliminare delle prede”. Una sorta di “identikit” del soggetto avrebbe fatto il giro nelle chat delle donne che sarebbero entrate in contatto con lui, in un passaparola virtuale nel quale, accanto alle generalità e alla fotografia dell’uomo, sarebbe stato inserito un aggettivo: “Pericoloso“. Stando alla ricostruzione, il primo approccio avverrebbe via WhatsApp e sarebbe preliminare ad ogni incontro che, riferisce ancora il quotidiano, si aprirebbe con la preparazione del crack da consumare con le escort. In caso di rifiuto della droga, le donne sarebbero sottoposte a violenze fisiche. Dietro tutto questo, un presunto tessuto di minacce per agire indisturbato: “Se protestiamo – avrebbe raccontato una donna secondo quanto raccolto dal Corriere –, non esita a ripetere che ha un mucchio di denaro, di amicizie potenti, di avvocati a disposizione, e che è capacissimo di rovinarci“.