GUERRA UCRAINA, IL VERTICE DI RAMSTEIN DIVERRÀ MENSILE
Si chiamerà “Ukraine Security Consultative Group” il vertice che si terrà da oggi con cadenza mensile a Ramstein, per precisa volontà degli Stati Uniti, dell’Ucraina e di tutti i 44 Paesi alleati nel contrastare l’avanzata della Russia.
In chiusura del primo summit oggi nella maxi base aerea Usa in Germania (con l’annuncio del Governo Scholz dell’invio di carri armati a Kiev, ndr), il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha sottolineato l’importante di aver riunito 44 Paesi per aiutare l’Ucraina «a vincere la battaglia contro la Russia». Secondo il capo del Pentagono, Kiev ha fatto «un lavoro straordinario nel difendersi dalla aggressione russa», con la battaglie per la difesa della capitale che «entrerà nei libri di storia». Ora però, sottolinea ancora Austin, «la situazione sul campo è cambiata, con l’offensiva nel sud e nel Donbass e dobbiamo capire di cosa ha bisogno l’Ucraina per combattere». Dagli States viene rilanciato quel senso di urgenza «che tutti comprendiamo, faremo il possibile, compresa la mobilitazione della nostra base industriale». Aprendo la conferenza stampa conclusiva, ancora Austin da Ramstein annuncia «Non abbiamo tempo da perdere, le prossime settimane saranno cruciali, dobbiamo muoverci alla velocità della guerra». Il segretario alla Difesa Usa annuncia la calendarizzazione mensile del “gruppo di contatto” pro-Kiev, per poter «intensificare e coordinare il sostegno all’Ucraina»; non solo, per Austin «noi non vogliamo vedere nessun ‘spill over’ del conflitto in Moldova (gli attacchi alla Transnistria, ndr), e ripeto è importante che facciamo tutto il possibile perché l’Ucraina abbia successo, questo è il modo migliore per affrontare questo rischio». Il vertice di Ramstein esclude qualsivoglia esito di una guerra nucleare nell’Est Europa («Ho detto più volte che quel tipo di retorica è molto pericoloso e inutile. Nessuno vuole vedere una guerra nucleare. È una guerra in cui tutte le parti perdono. E quindi attualmente, la retorica del conflitto nucleare è chiaramente inutile e qualcosa in cui non ci impegneremo»), anche se ad agitare le acque per una paventata terza guerra mondiale oggi ci hanno pensato le parole del viceministro inglese alla Difesa James Heappey. «Ok colpire oltre le linee russe con armi occidentali, ma no coinvolgimento Nato diretto con Mosca»: questa parole alla Bbc rischiano di rendere effettivo quell’allarme su una possibile terza guerra mondiale che aleggia ormai da tempo sull’est dell’Europa. Immediata è stata la replica della Russia, con la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zacharova che su Facebook sottolinea «pure le armi trasferite all’Ucraina portano morte e distruzione». Poco dopo il Ministero della Difesa russa aggiunge alla Tass «L’esercito è pronto a condurre raid di rappresaglia se la Russia verrà attaccata con armi occidentali. Sarebbero raid proporzionati contro i centri decisionali a Kiev, dove si trovano i consiglieri occidentali alla luce dei tentativi di Londra se spingere le autorità ucraine a colpire la Russia».
VERTICE DI GUERRA A RAMSTEIN (BASE USA IN GERMANIA): LA CRISI UCRAINA
Il vertice previsto per oggi 26 aprile a Ramstein, Germania, ha tutta l’aria di essere un vero e proprio consiglio di guerra: il summit convocato dagli Usa di Biden vede invitati Paesi Nato e non Nato, Ue, alleati americani, insomma tutti coloro che si sono uniti nel fornire aiuti all’Ucraina contro l’invasione della Russia di Putin iniziata il 24 febbraio 2022.
Il vertice si tiene nella base americana in Germania, per l’appunto a Ramstein, e vedrà “sfilare” i diversi vertici militari di circa 40 Paesi da tutto il mondo (per l’Italia prevista la presenza del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini): la data e la sede dell’incontro è stata resa nota la scorsa settimana dal Segretario alla Difesa Usa Lloyd J. Austin, appena prima dello storico viaggio a Kiev con il Segretario di Stato Blinken. Proprio la foto dei due vertici Usa inviati da Biden con il Presidente Zelensky rappresenta plasticamente quello che lunedì sera il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito come «clima da terza guerra mondiale». L’Occidente si schiera – con aiuti e armi – affianco dell’Ucraina per contrastare l’avanzata russa: ebbene, nel vertice di oggi a Ramstein i leader militari e della Difesa di tutto il mondo “pro-Kiev” discuteranno degli sviluppi della crisi in Ucraina e delle questioni di sicurezza ad essa collegate.
USA-NATO-UE CONTRO PUTIN: È PRONTA LA TERZA GUERRA MONDIALE?
Mentre parallelamente il Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres comincia la “triplice” visita ad Ankara, Mosca e Kiev – dove incontrerà per la prima volta dall’inizio della guerra il Presidente russo Vladimir Putin, invocando una quasi disperata richiesta di tregua generale – gli alleati Nato (e non solo) si ritrovano a Ramstein per disegnare gli sviluppi geopolitici futuri, tutt’altro che prevedibili.
La ‘presenza’ della Casa Bianca lo scorso weekend a Kiev ha dato una spinta enorme alla radicalizzazione del conflitto, con il rischio concreto che si possa arrivare – a questo punto – ad un’escalation impossibile da non definire già una terza guerra mondiale. Alla vigilia del summit degli alleati, il portavoce del Pentagono John Kirby ha provato a smorzare i toni sui possibili risvolti dell’incontro a Ramstein, dichiarando «interventi a lungo termine per la sicurezza in Ucraina? Non entriamo in questo genere di cose con conclusioni già precotte». Nella più grande base aerea Usa in Europa però è inevitabile che “venti di guerra” saranno paventati, fosse solo per capire come provare a disinnescarli: ai 30 Paesi Nato si aggiungono 14 Stati non alleati fino ad oggi ma interessati a contrapporsi alla Russia per il destino dell’Ucraina. Si tratta, ha anticipato “Breaking Defense“, di Ucraina, Svezia, Finlandia (che potrebbero entrare nella Nato a breve, ndr), ma anche Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Australia, Israele, Giordania, Qatar e 4 nazioni africane (Kenya, Liberia, Marocco e Tunisia). Come ben spiega l’editoriale di Roberto Fabbri oggi su “Il Giornale”, il vertice di Ramstein è un passaggio molto delicato per lo sviluppo della crisi ucraina: «implica il rischio di frizioni o addirittura di fratture, perché se i Paesi orientali Nato sono allineati con Washington, i più “pesanti” alleati occidentali potrebbero invece reagire con timori e perplessità alla richiesta di accelerare verso un confronto più aperto con Mosca». Non solo, a Ramstein il capo della Pentagono Austin metterà sul tavolo la complessa questione dei rapporti con Kiev dopo la fine della guerra: scrive ancora Fabbri, «gli eventuali esiti costringeranno a manifestarsi coloro che magari immaginano un ritorno a relazioni più o meno normali con Vladimir Putin».