Si susseguono rapide in questi giorni le notizie in merito alle indagini avviate dalla procura milanese sulla morte del 19enne egiziano Ramy Elgaml dopo un lunghissimo inseguimento da parte di tre volanti dei Carabinieri tra le vie di Milano mentre si trovava a bordo di uno scooter T-Max guidato dall’amico 22enne Fares Bouzidi: quest’ultimo è finito in coma per diversi giorni, mentre il primo è morto sul colpo a causa della dissezione dell’aorta; ma per ora non è ancora effettivamente chiaro come mai lo scooter sul quale si trovava Rami Elgaml sia caduto provocandone l’immediato decesso.
Una possibile svolta alle indagini sulla morte di Ramy Elgaml è arrivata ieri sera – ve ne avevamo parlato in quest’altro articolo – grazie alla pubblicazione da parte del Tg3 e del TgLa7 del video inedito della dashcam di una delle tre ‘gazzelle’ che per otto km hanno inseguito i due ragazzi – colpevoli di non essersi fermati ad un alt dei carabinieri -: nei concitati momenti si vedono almeno due momenti nei quali gli agenti avrebbero cercato di speronare lo scooter per fargli perdere il controllo, mentre resta incerto il momento dell’effettiva caduta immortalato solamente da una telecamera comunale che non fornisce una prova chiara dall’avvenuto (o meno) speronamento.
Nel frattempo, dal video emerge chiaramente che l’intento dei militari fosse quello di far cadere Ramy Elgaml e Fares Bouzidi, tanto che in un paio di occasioni non sono mancate alcune imprecazioni a fronte del fallito tentativo; ma una ricostruzione più chiara – e soprattutto processualmente valida – potrà arrivare solamente dalla ricostruzione cinematica già affidata dalla procura milanese all’ingegner Domenico Romaniello che dovrebbe arrivare nell’arco delle prossime settimane definendo l’impianto accusatorio nei confronti di tutti gli indagati.
Morte di Ramy Elgaml: i carabinieri potrebbero venir indagati per omicidio volontario con dolo eventuale
Di certo – sempre per ora – c’è solamente che nel registro degli indagati per la morte di Ramy Elgaml ci sono almeno tre dei sei militari che hanno condotto l’inseguimento a bordo delle loro gazzelle: il primo è l’autista dell’auto che si è schiantata contro lo stesso palo sul quale hanno impattato i due ragazzi, accusato – assieme all’autista del T-Max, che dovrà rispondere anche di resistenza aggravata – di omicidio stradale in concorso, mentre gli altri due sono accusati di frode processuale, depistaggio e favoreggiamento per aver redatto un verbale falso sull’accaduto ed aver intimato all’unico testimone oculare di cancellare un video che aveva girato con il suo cellulare in quei tragici momenti; ma stando alle ultimissime indiscrezioni contro i militari potrebbe venir mossa l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale per aver accettato il rischio che si verificasse la morte dei ragazzi durante l’inseguimento.
Non è mancata – sempre dopo la pubblicazione del video degli ultimi tragici momenti di vita di Ramy Elgaml il commento del padre – Yehia Elgaml – che fin dai primi momenti aveva detto di volerci vedere chiaro sulle circostanze del decesso: “Con il video – ha spiegato ai media – è arrivata una verità”, dicendosi quanto meno contento di questo e – soprattutto – fiducioso “al 100% (..) nei giudici e nella giustizia italiana” che non permetteranno che tutto venga insabbiato; mentre parlando dei carabinieri in servizio quella sera ha ricordato che “sono sbagliati” precisando comunque che “non sono tutti uguali” e che ne esistono anche di “giusti”.