Rancore in gara a Sanremo 2020 tra i big con il brano “Eden”, una canzone che ha raccontato così dalle pagine de La Repubblica. “Eden è una canzone particolare, non un brano da Festival”. Con queste parole il rapper racconta il brano che presenterà in gara sul palcoscenico del Teatro Ariston di Sanremo. Una canzone che definisce “profonda” e che è nata prima ancora di essere presentata alla commissione artistica del Festival. “Nasce da una collaborazione con Dardust, è venuta fuori in un paio di sessioni” – ha raccontato il rapper a La Repubblica – “ho messo su carta la realtà che mi circonda, ho provato a scardinarla per capirne la struttura. Un viaggio fino all’Eden attraverso la storia dell’uomo con tutte le scelte fino a quelle che dobbiamo fare oggi”.



Rancore: “il rap è un linguaggio complesso”

Rancore a Sanremo 2020 porta una canzone incentrata sulla mela, quella mela che costò l’espulsione dal Paradiso ad Adamo ed Eva: “é solo una canzone, una fantasia. Mi piaceva l’idea di come attorno ad una mela e una scelta il mondo cambi”. Per Rancore è la prima volta in gara a Sanremo, una vetrina importantissima dove porterà il suo brano Eden di cui è molto orgoglioso: “il rap è un linguaggio complesso, lo stesso nome che porto fa capire che ho qualcosa dentro e sta per uscire. Questo è un codice, c’è bisogno di attenzione” dichiara a La Repubblica. Il brano inedito anticipa l’uscita di un nuovo disco su cui però sta ancora lavorando: “è il primo pezzo di un nuovo lavoro del quale non posso dire molto.



Rancore sul caso Junior Cally

Dopo Sanremo ci sono delle sorprese in arrivo”. Durante l’intervista Rancore ha parlato anche della polemica scoppiata intorno a Junior Cally: “discussioni che non hanno senso, sono solo uno strumento politico. Le polemiche aiutano a rompere le cose, non a metterle insieme e noi siamo già molto divisi”. Parlando di Junior Cally e delle recenti accuse di sessismo, il rapper ha parlato dei testi estremi di alcuni canzoni dando però una visione del tutto originale: “il problema è se noi fruiamo della musica in maniera passiva. Se l’ascolto fosse attivo si creerebbe un dialogo costruttivo. Ogni volta che scrivo una canzone ci penso, il mio obiettivo è creare un ascolto attivo, anche con frasi dure. Se ci riesco è una vittoria”. 

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