Randi Ingerman sarebbe stata protagonista di una vicenda surreale riportata in queste ore dal Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruisce il quotidiano, la modella e attrice sarebbe stata ingannata dalla sua ex avvocata che le avrebbe fatto credere, falsificando documenti e producendo finte sentenze, di aver vinto cause in realtà mai avviate o già perse.



Per questo, la Procura avrebbe chiesto il rinvio a giudizio a carico dell’ex legale di Randi Ingerman e potrebbe finire a processo in veste di imputata con le accuse di patrocinio infedele e falso. Randi Ingerman avrebbe ricevuto anche rassicurazioni sull’ottenimento di un risarcimento di 277mila euro, ma non ci sarebbe stato niente di vero nelle parole della professionista a cui si sarebbe affidata per risolvere alcune questioni.



Randi Ingerman, ex avvocata rischia il processo: chiesto il rinvio a giudizio per patrocinio infedele e falso

In una occasione, come riporta ancora il quotidiano, Randi Ingerman sarebbe stata convinta dalla sua ex avvocata di aver vinto una causa contro una banca e di aver diritto, in virtù di una sentenza che in realtà avrebbe disposto il contrario, al predetto risarcimento. L’avvocata, di cui la modella e attrice sarebbe stata cliente per diverso tempo, avrebbe messo in atto un inganno nascondendole non solo il fatto di aver perso la battaglia in tribunale, ma persino fingendo di aver intentato altre cause che di fatto non sarebbero state mai avviate. Per rendere tutto più credibile, la professionista – un’avvocata 45enne – avrebbe prodotto delle sentenze farlocche, atti privi di valore falsificati con lo scopo di tenere in piedi la messincena.



I magistrati avrebbero chiesto il rinvio a giudizio e ora rischierebbe il processo, dopo la denuncia dell’attrice. Il Corriere della Sera, citando uno stralcio delle presunte contestazioni a carico della ex legale di Randi Ingerman, riporta che per l’accusa si sarebbe “resa infedele ai propri doveri professionali arrecando danno alla sua assistita, facendole credere in più occasioni, anche mediante la formazione di provvedimenti giurisdizionali falsi, di aver instaurato procedure giudiziarie in suo favore, in realtà mai avviate o, seppur avviate, definite con esito diverso da quello comunicatole“. In un caso, l’avvocata avrebbe mostrato alla sua allora assistita una “falsa sentenza”, datata 2021, che figurava emessa da un giudice civile che ora, come Randi Ingerman, sarebbe parte offesa nel procedimento aperto presso la Procura di Brescia.