Random a Sanremo 2021 con Torto a te
Sanremo 2021 riparte dai giovani oppure no? Amadeus ci ha provato ma sembra che alcuni artisti, come Random, non sia stata un successo. Nella serata di venerdì (in realtà vista l’ora d’uscita possiamo dichiarare la sua performance nella giornata di sabato) ha confermato che non basta una buona vocalità se dentro l’anima manca la grinta di mordere, ruggire, guardare avanti senza pensare che una classifica non deve determinare una strategia. Con queste parole può essere commentata la performance di ieri dell’ex ugola d’oro di Amici vip.
La musica non ha strategie ma il mainstream di ciò si nutre, quindi il cantante campano anche in questa serata ha esibito il suo look elegante confezionato da Dolce & Gabbana, ha cantato la sua ‘Torno a te’ senza infamia ne lode, un artista che non ha saputo sfruttare al meglio l’opportunità. Il brano è una classica ballata melodica nella quale mettere assieme le rime di ‘cuore e amore’, poetando alla meglio su sentimenti e schiavitù emotive, una canzone da piano e voce distrutta dal testo un po’ troppo “poco” rapper. La scaletta ha comunque concesso a Random l’ultima esibizione in ora tardissima: chi sbadigliava prima forse si è risvegliato con i Tg del mattino, una performance davvero poco incisiva.
La classifica mette in crisi Random e la sua musica?
Alla vigilia della finalissima di Sanremo 2021 è abbastanza palese che le ambizioni di classifica di Random trapiantato in terra romagnola (avesse respirato un po’ di più il senso dell’arte degli eXtraliscio …) siano abbastanza ridimensionate e ciò è da attribuire dallo squallido gioco e dalla politica economica della majors che impongono scelte artistiche da compilation ‘post Festival’, inibendo al contrario ciò che dovrebbe essere la musica, cioè espressione d’arte e non pantomima del già visto, o già sentito, migliaia di volte. ‘Torno a te‘ è un brano perfetto per programmi come ‘Amici’, espressione neomelodica di una canzone romantica che è solo stereotipo e pantomima di sé stessa.
Forse gli organizzatori pensavano che l’italiano avesse bisogno di sogni, di frasette imbellettate e sentimentali o di sospiri facili per infarcire gli spazi tra uno spot e l’altro?