Random ha pubblicato il suo nuovo singolo “Siamo di un altro pianeta“, che riporta allo stile con il quale abbiamo imparato a conoscere e amare il giovanissimo artista. Scritta insieme a Raige e prodotta da Zenit e Mario Fanizzi, è un’insolita canzone d’amore che trasporta i protagonisti in un mondo tutto loro stravagante e romantico, il mondo in cui Random stesso si riconosce da sempre.



Intervistato da Rockol, il cantante ha spiegato che, per quanto sia un pezzo diverso dal suo ultimo progetto discografico uscito solo poco meno di tre mesi fa (Nuvole), è comunque collegato dal tema del viaggio: “E’ sempre centrale, mi piace pensare di poter andare distante con la mia musica, ma contemporaneamente permetterlo anche a chi mi ascolta”. Intanto Random si prepara a presentare live il suo album in autunno con due date: il 20 novembre 2021 all’Atlantico Live di Roma e il 28 novembre 2021 al Fabrique di Milano.



Random: “Non è un tormentone”

Nonostante “Siamo di un altro pianeta” sia uscito in tempo per l’estate e nonostante segni un ritorno alle tinte pop, Random ha spiegato a Rockol che non è da allineare ai classici tormentoni estivi: “Non ho nulla contro di essi, anzi. Il mio pezzo però è qualche cosa di diverso. L’ho scritto quando ero in ritiro con la Nazionale Cantanti, alla sera ho salutato tutti e sono andato a scrivere, ne avevo bisogno. Il brano è nato così”. Il suo nuovo singolo, infatti, più che da ballare in spiaggia è da urlare a torso nudo su una montagna.



Per Random questa canzone rappresenta un nuovo inizio perché “dopo Sanremo ho avuto alcuni problemi, dovevo ritrovare me stesso”. Il messaggio più importante che vuole infatti lanciare con Siamo di un altro pianeta è quello di conoscere bene il proprio valore, anche se a volte lo dimentichiamo: “Una frase come ‘Non ti ricordi chi sei quando ti senti uno zero‘ è al centro del significato di tutta la canzone, rivolta un po’ a tutti.  Tutti noi a volte sentiamo di non valere abbastanza. Molte persone si sentono diverse nel modo di agire e di pensare, io per primo”.