Una mastodontica intervista quella che Ranieri Guerra, vicepresidente vicario dell’Oms, rilascia oggi a “La Verità” per raccontare una volta per tutte la sua versione dei fatti sul piano pandemico e le presunte gravi mancanze/segreti nei mesi immediatamente prima dei primi lockdown per Covid-19. Accusa l’Organizzazione e il Ministero della Salute di essere rimasto sostanzialmente “solo” davanti agli attacchi delle inchieste giornalistiche e mediatiche, chiarisce sul “caso Zambon” e ammette di aver incontrato Massimo D’Alema per «illustrarmi il suo punto di vista politico ed economico». A fronte di una vasta «campagna di denigrazione personale violenta e aggressiva, mi sarei aspettato che Oms e Ministero decidessero di fornire gli elementi fattuali indispensabili per ristabilire la verità», spiega Ranieri Guerra a Francesco Borgonovo.
Il membro Oms afferma di sentirsi «come il capro espiatorio su cui hanno fatto convergenza due interessi (o forse due disinteressi), uno nazionale e uno internazionale, che hanno finito per costruire una narrativa distorta e falsa che sono stato costretto a chiarire faticosamente da solo». Spiega di aver incontrato D’Alema, avvisando Tedros Ghebreyesus (direttore generale Oms) per «motivi irrilevanti alla pandemia […] Ha manifestato grande sensibilità per le questioni relative alla sicurezza in sanità, che erano parte del dialogo appena avviato con lo sherpa italiano del G20 del 2021».
LA VERITÀ DI RANIERI GUERRA
Ranieri Guerra accusa i vari protagonisti di questo famigerato “piano segreto pandemico” di voler scaricare le uniche colpe sulla sua persona: non attivazione del piano antinfluenzale del 2006 e ritardo nel nuovo piano Covid, «sono convinto che assieme sarebbero stati utili per le azioni di preparazione pre-pandemiche: forse tra i primi giorni di gennaio e febbraio si sarebbe potuto agire con maggiore aggressività, ma io non sono parte del governo e certamente non ho tutte le informazioni che hanno portato a quelle decisioni». Ma sul piano specifico “segreto” contro il Covid, Guerra chiarisce «io so di un documento che si chiama Piano nazionale in risposta a un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19. Difficile classificarlo diversamente. Credo anche che sia molto chiaro al proposito il verbale ora pubblico del Cts numero 22 del 9 marzo 2020, che recita letteralmente: “Si ritiene utile ribadire, ai fini del- l’informazione alla popolazione, che il Cts, in collaborazione con il ministero della Salute e l’Iss, si è da tempo dotato di un Piano nazionale in risposta a un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19 e che tutte le azioni fino ad oggi suggerite ed adottate sono coerenti con i diversi stadi di sviluppo previsti dal Piano». Racconta di aver incontrato molte volte il Ministro Speranza, così come si dice sorpreso della «mancanza di trasparenza» nella presentazione del report di Zambon: «scaricano le colpe su di me, mi sembra una certezza confermata dai fatti. Sono stato il perfetto capro espiatorio. Io non ho responsabilità su un aggiornamento che si sarebbe dovuto cominciare a costruire a metà del 2018», si sfoga al termine dell’intervista con “La Verità” il membro Oms. Ranieri Guerra giura di non aver ritirato il report di Zambon ma neanche di averne bloccato successivamente la pubblicazione: «Io cercai di contribuire alla sua ripubblicazione proponendo a Hans Kluge di procedere. Io non avevo e non ho nessun potere nel merito. La questione fu gestita da Kluge, come dichiarato dallo stesso Zambon. A loro vanno poste queste domande». E in tutto questo l’Oms non si è certo comportata meglio del Ministero: «non mi ha mai difeso, e sto ancora aspettando che venga data la risposta istituzionale alla rogatoria che non mi venne neppure comunicata dalla stessa Oms».