Nella vicenda del piano pandemico non aggiornato finisce anche Beatrice Lorenzin: «Il piano pandemico doveva essere aggiornato nel 2018, perché nel 2018 cambiarono le stime di rischio e le procedure. Andava radicalmente cambiato e aggiornato», dichiara Ranieri Guerra a “Non è l’Arena” di Massimo Giletti. «Io mi sono limitato a lasciare un’allerta. Mi sono occupato di valutare anche dove stesse l’Italia all’interno di una valutazione indipendente. Le classi di rischio erano da 1 a 5. L’Italia con altri 30 Paesi era a 4». Quando il conduttore cita Giulia Grillo, la quale recentemente ha dichiarato che dei piani pandemici non si occupano i ministri, l’ex Direttore Generale della prevenzione sanitaria e Chief Medical Officer presso il Ministero della salute, replica: «Se il piano pandemico deve essere attuato, deve essere anche finanziato. Il direttore generale non ha questo potere». In merito invece alla vicenda della cosiddetta “foglia di fico”, espressione usata in una mail: «L’Oms non è gendarme nel mondo, produce evidenza scientifica che può essere usata dai governi nazionali per prendere decisioni».
A “Non è l’Arena” prende la parola anche l’avvocato Vittore D’Acquarone, legale di Francesco Zambon, che replica a Ranieri Guerra: «La ricostruzione dei fatti non è completamente convincente, in particolare sul fatto che il ministro non fosse informato. Lei era stato incaricato nel marzo 2020 da Tedros di mantenere i rapporti con il ministro Speranza in relazione alla vicenda del Covid. Mi risulta che abbia seguito lo studio di Zambon, a lei venivano mandati rapporti scritti degli incontri». Inoltre, ha raccontato che il suo assistito «ha segnalato a Tedros e agli ordini di etica dell’Oms che alle 11.53 dell’11 maggio 2020 ha ricevuto una telefonata nella quale Ranieri Guerra ha aggiunto che doveva assolutamente rimediare e seguire le istruzioni date via mail altrimenti sarebbe stato compromettente per la sua carriera. Lei avrebbe detto che stava entrando da Tedros, che ha la facoltà di licenziare chi vuole. E lui si è preso paura».
Di diverso avviso è Ranieri Guerra: «Io non ho mai visto il testo, se non copertina e indice, 40 giorni prima di ricevere il testo del rapporto dall’ufficio di Ginevra, perché il suo assistito non ha mai avuto la possibilità di condividerlo. Io ho contribuito con le correzioni su due o tre oggetti di discussione, questo ho fatto. Non spettava a me comunicare al ministro l’uscita del rapporto. Io gli chiesi di poter informare il ministro per ovvia cortesia istituzionale e mi venne negata questa possibilità. Fui informato della pubblicazione a pubblicazione avvenuta. Provai pure a salvarlo quel rapporto, proposi di ricevere due esperti dell’Iss per correggere le persistenti imperfezioni del rapporto, questo evidentemente è stato rifiutato». (agg. di Silvana Palazzo)
RANIERI GUERRA “PIANO PANDEMICO NON AGGIORNATO MA…”
«Non credo di aver mai minacciato nessuno in vita mia, ma soprattutto è impossibile per un funzionario dipendente di un’organizzazione internazionale di subire una minaccia senza essere tutelato». Ranieri Guerra a “Non è l’Arena” ha ribadito di non aver mai minacciato Francesco Zambon, con il quale dice di aver avuto anche un buon rapporto. «Ho le mail, ne ho tante. Sono una persona corretta. Io ho un’etica personale e professionale, quindi non le tiro fuori se non mi viene chiesto di farlo», ha proseguito il direttore aggiunto dell’Oms. «Un mese prima della pubblicazione Zambon mi chiese di far vedere indice e copertina del rapporto per avere un gradimento preliminare, come si fa per gentilezza istituzionale», ha ricostruito Ranieri Guerra, che smentisce ci sia stato un “incidente diplomatico” con Roberto Speranza. «Non ero a conoscenza del report», replica Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute. «Infatti, io dissi di informare il ministero dell’uscita del rapporto, non chiesi di mostrarlo. Il ministro non ha mai interferito su questo. È grave che Sileri non lo sapesse? Neppure il ministro sapeva nulla dell’uscita e neppure io. Zambon mi chiese di accelerare la pubblicazione», la ricostruzione di Ranieri Guerra.
Si arriva alla questione del piano pandemico non aggiornato. «Io avevo fatto altre cose: il piano Ebola, Zyka, per le meningiti, quello vaccinale e un’altra quindicina di piani nazionali. Gli uffici erano stati avvisati per verificare le pendenze, tra cui il piano per la pandemia influenzale. Mi fu detto che era vigente e che sarebbero usciti aggiornamenti Oms sull’influenza. Per una revisione seria si va in Conferneza Stato-Regioni, ci vuole un anno». Sollecitato da Massimo Giletti sulla mail relativa al piano pandemico: «Dare l’idea che l’Italia non abbia un piano è sbagliato. Si può sindacare sul fatto che sia aggiornato o meno», spiega Ranieri Guerra che però dribbla le domande sulla questione dell’aggiornamento. «Io non ho truccato le carte, il piano pandemico venne dichiarato in vigenza e ripubblicato, per quello è sempre lo stesso», chiarisce allora il direttore aggiunto dell’Oms.
Ranieri Guerra si è poi difeso tirando in ballo l’ex ministra Beatrice Lorenzin: «Non deve chiedere a me se è stato aggiornato nel 2017-2018. Io avvertì il ministro Lorenzin con le indicazioni dell’Ecdc e le linee guida per l’aggiornamento del piano». (agg. di Silvana Palazzo)
RANIERI GUERRA “MAI MINACCIATO ZAMBON”
«Non ho nessun problema a parlare». Così Ranieri Guerra esordisce nell’intervista rilasciata a “Non è l’Arena” di Massimo Giletti in merito alla vicenda del piano pandemico italiano. Il direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità ha commentato anche le dichiarazioni del ricercatore Francesco Zambon, autore del dossier pubblicato e poi ritirato. «Le Nazioni Unite sono una struttura molto particolare, ci sono rigorose procedure di tutela del personale. Neanche un direttore generale può minacciare qualcun altro. Se si è sentito minacciato, ha gli strumenti per ricorrere e attivare le procedure internet. Faccio parte di una sezione dell’Oms».
Il conduttore allora rivela un documento da cui si evince che Zambon si è rivolto a Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. «Ma questo non vuol dire che ha attivato le procedure. Avrebbe dovuto rivolgersi all’ufficio di Copenaghen», replica Ranieri Guerra. E si difende dalle accuse di censura: «Io non ho fatto ritirare alcun rapporto, è competenza dell’ufficio di Copenaghen. Io non ho alcuna potestà».
RANIERI GUERRA SU DOSSIER OMS E PIANO PANDEMICO
«La mia mail si riferiva ad una versione precedente, che mi è stata fornita a Ginevra per un controllo dei dati», chiarisce Ranieri Guerra a Non è l’Arena. Si parla, dunque, di una versione precedente a quella pubblicata dall’Oms. «C’erano delle imperfezioni, non poche. Non dava conto neppure delle tabelle di mortalità aggiornate dall’Istat ad esempio. Per questo ho mandato una mail a Zambon e gli ho detto che gli avrei rimandato una rilettura del documento». A quel punto il ricercatore gli avrebbe risposto spiegando che erano state proposte circa 140 modifiche e di aver incluso altre due fonti bibliografiche.
«Mi è stato detto che su quella base il rapporto è stato pubblicato. Su questo non ho nulla da eccepire e nessuno mi ha consultato prima di ritirarlo», ha proseguito il direttore aggiunto dell’Oms. «Ho detto che il lavoro è stato pregevole, quindi andava tenuto», ha precisato Ranieri Guerra.