, Ranieri Guerra ha raccontato la sua versione ai microfoni de La Stampa. Il direttore generale aggiunto dell’Oms è stato chiamato in causa da Francesco Zambon (ieri in Procura) per presunte pressioni per fare sparire lo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità, in cui si denunciavano carenze nel programma italiano, nonché l’impreparazione del nostro sistema sanitario di fronte all’emergenza coronavirus. «Non avevo motivo per censurarlo e nemmeno l’autorità», ha precisato Ranieri Guerra, interpellato da Niccolò Carratelli.
Ranieri Guerra ha poi sottolineato di avere sempre avuto un rapporto di correttezza e amicizia con Zambon, dicendosi sorpreso di queste accuse: «Nessuno scontro. Solo una divergenza di opinioni, dato che avevo proposto che il ministero della Salute italiano venisse informato prima della pubblicazione del rapporto, come atto di cortesia, niente di più. Zambon mi ha risposto che non riteneva necessario fare questo passaggio istituzionale».
RANIERI GUERRA: “VITTIMA DI MANIPOLAZIONE DEI FATTI”
A proposito delle correzione richieste, Ranieri Guerra ha spiegato di aver dato dei suggerimenti per correggere alcune imprecisioni, ribadendo che molte osservazioni sono state recepite. Il problema principale era la necessità di sottolineare che un piano vigente c’era, «per cui sarebbe stato scorretto ignorarlo».
Il problema, secondo il funzionario Oms, non era il piano pandemico, ma perché è stato fatto sparire quel rapporto? «Non deve chiederlo a me, io non avevo né la competenza né l’autorità per farlo pubblicare o rimuovere. Ma posso dirle che ritenevo ci fossero degli ottimi spunti e proprio io ho provato a farlo sopravvivere, proponendo che due esperti dell’Istituto Superiore di Sanità si affiancassero ai colleghi di Venezia per correggere le imperfezioni e ripubblicare il documento così migliorato nel giro di un paio di giorni».
Nella lunga intervista rilasciata a La Stampa, Ranieri Guerra ha dichiarato di essere vittima di una manipolazione dei fatti e di un’amplificazione mediatica artificiosa che utilizza anche comunicazioni private. E non ha intenzione di fare passi indietro: «Le voci sono certamente infondate. Quanto all’Oms, da Ginevra nessuno mi ha chiesto nulla, ma se il direttore Ghebreyesus dovesse chiamarmi per chiedermi di farmi da parte, non avrei nessun problema a farlo».