Chi pensava che in questi difficili tempi di crisi il settore dell’hotellerie fosse concentrato solo nel mantenere le posizioni, spesso faticando anche nel tenere vivo il business, si dovrà parzialmente ricredere. L’ultimo ranking elaborato da Pambianco (la società di strategie d’impresa fondata da Carlo Pambianco nel ’77), sulla base del fatturato dei principali gruppi alberghieri italiani (per il 2019 tratto dai bilanci depositati nelle Camere di Commercio, per il 2020 dai dati raccolti direttamente da Pambianco), sconvolge la classifica, rivelando un’imprevedibile mobilità del settore (classifica appena pubblicata sul primo numero di Pambianco Magazine Hotellerie di marzo-aprile 2021).
Nel 2019 Starhotels (il gruppo fiorentino che conta una trentina di strutture sparse tra Italia, Stati Uniti, Londra e Parigi) dominava incontrastato con un fatturato di 216 milioni di euro, staccando di gran lunga il secondo player, il Gruppo Una (la catena alberghiera italiana di proprietà Unipol, con 38 strutture) che seguiva a 128 milioni di euro. Il podio era completato dalla divisione alberghiera del gruppo Alpitour, e costituiva il vertice dell’hotellerie italiana con ricavi a nove cifre. Nel 2020 la classifica è decisamente cambiata, pur con il calo inevitabile, pesante e generalizzato, vista la crisi generata dalla restrizione ai viaggi. Un calo asimmetrico, però, con regressioni variabili anche sensibilmente, tanto da modificare, appunto, anche il ranking.
Alpitour, o meglio la sua divisione alberghiera (che comprende Voihotels, Marsa Siclà e altre società che gestiscono alberghi all’estero) è passata dalla terza posizione a capolista della top ten, anche registrando una perdita di fatturato del 51%, a 53 milioni di euro. La sola società Voihotels nel 2019 ha generato ricavi per 81 milioni di euro, mentre ha chiuso l’esercizio 2020 a 39,7. L’impresa che ha performato meglio, ovvero che è calata meno, è Hotelturist (la spa cui fa capo il gruppo TH Resorts, una trentina di villaggi e hotel sparsi nelle più belle località di mare e montagna in Italia), che sale anch’essa di posizione passando dal quarto posto del 2019 al secondo del 2020, e mette a segno una regressione del 45%, a 52 milioni di euro. Si tratta della minore perdita di fatturato registrata dai primi dieci gruppi italiani dell’hotellerie, che mediamente nel 2020 oscillano tra -60% e -80% dei ricavi.
I motivi sono diversi: tra l’altro, Hotelturist nel 2020 ha acquisito la gestione di nuove strutture, ampliato quindi il perimetro dell’attività. Nel 2020 TH ha ottenuto la gestione del Torre Chia in Sardegna, di un nuovo albergo ad Assisi e del TH Courmayeur anche d’inverno. Un altro motivo è dovuto al fatto che la stagione invernale 2019-20 è andata molto bene per il gruppo titolare del brand TH Resorts, che è leader di mercato nel segmento montagna con una quota pari al 23% circa. Il gruppo a cui fanno capo le società TH Gestioni, Mountain Resort, Gestioni Touring TH, Laudato (al 51%) e Tourist Hotel Engineering, conta infatti 1.300 posti letto in montagna d’inverno tra Valle d’Aosta, Trentino e Piemonte. A questo si aggiunge una buona performance nell’estate dell’anno scorso, grazie alle tante destinazioni marittime della società.
Il ranking Pambianco vede poi al terzo posto Starhotel (da 216 a 43 milioni, -80%); a seguire il Gruppo Una (da 128 a 35 milioni, -73%), Bluserena (da 79 a 33 milioni, -59%), Sardegna Resorts (da 88 a 30 milioni, -66%), Aeroviaggi (da 86 a 30 milioni, -65%), Delphina (da 72 a 29 milioni, -60%), Progetto Esmeralda (da 72 a 24 milioni) e Residence Le Torri (da 69 a 14 milioni, -80%).
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