Mai sentito parlare di sociometria? È l’elaborazione di uno psichiatra rumeno, poi naturalizzato austriaco e poi ancora statunitense, scomparso nel 1974, considerato il padre della terza rivoluzione psichiatrica. Si deve a lui la nascita della ricerca attiva della sociometria, che riguarda “lo studio matematico delle caratteristiche psicologiche delle genti, attraverso indagini metodiche sullo sviluppo e sull’organizzazione dei gruppi”. Ai suoi studi si ispira chiaramente la metodologia alla base del lavoro di Sociometrica, la società di Antonio Preiti che offre consulenze strategiche fondate sulla ricerca, sia demoscopica sia fondata sull’IA applicata all’analisi economica e sociale.



Adesso, basandosi sui dati Istat delle presenze (sia registrate che non, cioè non solo hotel, ma anche affitti brevi, stanze in seconde case di proprietà o di amici), Sociometrica ha elaborato lo studio “La ricchezza dei comuni turistici – ranking secondo la creazione di valore aggiunto” (riportato estesamente anche dal Sole24h). Il report indica 3.390 comuni italiani che producono valore aggiunto e ricchezza generata grazie al turismo, proponendo un ranking con sorprese macroscopiche, e rivela che l’andamento complessivo del 2022 s’avvicina ai valori pre-pandemia: 389,4 milioni di presenze contro i 436,7 milioni del 2019.



Su quei 3.390 comuni, lo studio ha elaborato una classifica dei primi 500, che rappresentano l’83% delle presenze totali. Bene: al primo posto c’è Roma, con 7,6 miliardi di euro di valore aggiunto turistico (pari all’8,7% del valore turistico nazionale). Seguono Milano (3,48 mld, 3,96%), Venezia (3,08 mld, 3,5%), Firenze (2,84 mld, 3,23%). Dopo Firenze spuntano Rimini (1,44 mld, 1,64%), che sale in vetta quale prima destinazione balneare, e Napoli (1,36 mld, 1,54%).

Fin qui tutto prevedibile. Dal sesto posto in poi, però, iniziano le sorprese. Dopo Napoli ecco spuntare San Michele al Tagliamento (1,27 mld, 1,45%), comune veneto con poco più di 11 mila abitanti, che si piazza grazie alle performances della sua frazione costiera, Bibione. E restando in Veneto, ecco Cavallino-Treporti (1,14 mld, 1,3%) e Jesolo (1,05 mld, 1,19%). Poi, al decimo posto, Torino (1,04 mld, 1,18%), e poi Bologna (0,92 mld, 1,04%). Si torna in Veneto con la dodicesima posizione, Caorle (0,85 mld, 0,96%).



Qualche considerazione sorge spontanea. Il valore prodotto dal turismo di Bibione (quasi 1,3 miliardi di euro) è di gran lunga maggiore di quello prodotto da certe icone, come la costiera amalfitana (830 milioni) o Taormina (316 milioni). E considerando a ragione il distretto turistico balneare veneto nel suo complesso (e cioè Bibione, Caorle, Jesolo, Cavallino-Treporti ed Eraclea) si arriva a 4,4 mld, con il mitico divertimentificio romagnolo (Rimini-Riccione) fermo a 4,1.

Ha ragione, dunque, il Governatore veneto Luca Zaia nel dire che è il Veneto la prima regione turistica d’Italia (e ci si è fermati qui a considerare, oltre alle città d’arte, solo il valore aggiunto prodotto dalle località balneari, ma la regione offre ovviamente una sensibile produzione di valore turistico anche in montagna). Ma va detto anche che queste analisi stridono non poco con le non-politiche industriali messe in campo dai Governi. Anziché accompagnare concretamente lo sviluppo di questa grande realtà d’impresa nazionale che è il turismo, che come visto crea la fortuna economica di interi distretti e di larghe fette di popolazione, si rimette ogni ripresa alle forze dei territori e degli operatori, senza aggiungere progettualità, indirizzi, nuove culture.

Passa il tempo, cambiano le amministrazioni, ma l’arte d’arrangiarsi resta ancora oggi non una peculiarità del tratto italiano, ma la necessità di surrogare le croniche distrazioni di Stato. Nella bozza della nuova finanziaria (la Legge di bilancio), il turismo è contemplato ancora una volta solo quale percettore di esili sostegni economici: 34 milioni per i piccoli comuni a vocazione turistica (solo il distretto balneare veneto, come ricordato, formato tutto da piccoli comuni, ne produce 4 mila e 400). Se non è una presa in giro…

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