DA RUGGIERI E FARAONE: LE NUOVE ACCUSE A RANUCCI
Da Andrea Ruggieri a Davide Faraone, da Forza Italia a Italia Viva, le accuse contro il conduttore di “Report” Sigfrido Ranucci non si placano: entrambi hanno denunciato in Commissione Vigilanza Rai il livello di minacce, insulti e pressioni esercitate in diversi scambi di chat-messaggi. Di contro, arriva la seconda smentita del diretto interessato: «Accuse false, mai fatto dossieraggio contro di loro e contro nessuno».
Il “caos” Report torna a soffiare sul fuoco della polemica dopo che su “Libero Quotidiano” e all’Adnkronos il presidente dei senatori di Iv, Davide Faraone, mostra i messaggi ricevuti dal giornalista Rai nelle scorse settimane (e già presentati in Commissione Vigilanza): «Era la mattina del 25 novembre quando mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto. Era Sigfrido Ranucci che mi accusava di avergli gettato fango addosso. Il vicedirettore di RaiTre proseguiva con intimidazioni varie. Diceva: ‘Ho dossier su di voi tutti‘ e, ancora, ‘Vi scateno contro le mie telecamere’. Cose di questo tenore, che reputo gravissime». Alla replica all’epoca di Ranucci che smentiva ogni minaccia da lui mossa, Faraone all’Adn contrattacca: «Ci si può sentire feriti in molte circostanze, o aggrediti com’è accaduto al sottoscritto dalle telecamere di Report, per aver osato fare un’interrogazione parlamentare riguardo a un inopportuno servizio sui vaccini “pericolosi” mandato in onda da Ranucci in piena pandemia, ma non per questo bisogna intimidire, insultare o minacciare».
RAI PROMUOVE IL CONDUTTORE DI REPORT
Alle accuse e presunte illazioni fatte da Ranucci in merito alla “tempistica” con cui sarebbe venuta a galla la famosa lettera anonima (qui nel dettaglio, ndr) contro il conduttore di “Report”, Faraone esclude qualsiasi “ripicca” ai servizi fatti contro gli affari di Matteo Renzi: «i dossieraggi, com’è noto, sono materia di Ranucci, egli stesso ha tenuto a precisare di avere in tasca svariati dossier pronti. La macchina del fango non è cosa che ci riguarda, piuttosto continuo a non condividere il “metodo Report”, criticato anche nella mail che è giunta a tutti i membri della commissione vigilanza. E mi chiedo quale tipo di servizio pubblico possa tollerare una trasmissione dove le inchieste vengono costruite troppo spesso non sulla base delle notizie ma sul politico da impallinare». All’accusa di Ranucci di essere colpito perché lo si vuole eliminare dalla trasmissione, il senatore renziano conclude sull’Adnkronos: «è lui che ha confuso i ruoli. C’è la vigilanza che controlla il vigilato, la reazione rabbiosa di Ranucci la dice lunga sul suo modo di fare giornalismo». Su “Libero” poi vengono mostrate alcune delle chat contestate a Sigfrido Ranucci, tra cui quella in cui scrive a Faraone «pensi che a me non arrivino dossier sui politici? Noi vi controlliamo». A questo nuovo carico di accuse, ha replicato sempre all’Adnkronos il giornalista e conduttore: «Non ho mai detto né scritto ‘ti scateno contro le telecamere’. E poi a Report non c’è nessuna centrale di dossieraggio, anzi, noi i dossier anonimi li cestiniamo e fino a prova contraria l’unico che è stato oggetto di dossier falsi certificati dalla storia è il sottoscritto. E’, quindi, risibile che l’onorevole Faraone si lamenti di messaggi privati mandati nel pieno, lo ammetto, del mio Furore perché era stata lesa la mia dignità ed era stato provocato dolore inutile alla mia famiglia, ai miei cari e alla mia squadra di lavoro. Ed è di questo che io mi sono lamentato perché è tutto falso sia il dossier che il contenuto della lettera anonima».
Nel frattempo, nel pieno del “marasma” su “Report”, la Rai secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos avrebbe nominato i nuovi vicedirettori di genere (passaggio legato alla trasformazione della Rai da reti a generi): «Per la Direzione Approfondimento, timonata da Mario Orfeo, vicedirettori sono Paolo Corsini, Andrea Sallustio, Elsa Di Gati, Massimiliano De Santis, Ilaria Capitani. Nominati vicedirettori ad personam Milo Infante e Sigfrido Ranucci». Siamo ovviamente in attesa che la Rai confermi (o anche smentisca) la lista dei nuovi vicedirettori.