Dopo il via libera alla terza dose a fragili e anziani, è stata somministrata per due settimane una dose sbagliata di Moderna. Nello specifico, un dosaggio intero, invece della metà. Lo ha scoperto Report, che stasera spiega il cortocircuito avvenuto tra Aifa e Ministero della Salute. Per non farsi trovare impreparato da una nuova ondata, l’Italia ha anticipato anche le indicazioni dell’Ema. Il 9 settembre l’Aifa ha dato parere favorevole alla terza dose, indicando l’uso di un vaccino a mRna a dosaggio intero. Ma per gli anziani serve un dosaggio minore perché serve solo un rinforzo per ripristinare la protezione calata nel tempo. Per questo nel caso di Moderna può avere un dosaggio minore, come suggerito dalla stessa azienda americana. Trattandosi di un vaccino molto reattivo, così si hanno meno eventi avversi. Dunque, Aifa non ha tenuto conto – come riportato dal Fatto Quotidiano, citando le anticipazioni di Report – del fatto che il 3 settembre, sei giorni prima, Moderna aveva presentato alla Food and Drug Administration e all’Ema la richiesta per il “booster” dimezzato.



Aifa evidentemente non lo sa e propone il dosaggio intero anche per gli anziani. Così il 27 settembre, quando parte la campagna per la terza dose, viene dato l’ordine di somministrare 100 microgrammi di Moderna, non 50. L’8 ottobre il Ministero della Salute corre ai ripari e con una circolare estende il booster agli over 60 specificando di usare solo Pfizer. Il pasticcio è fatto, perché il vaccino di Moderna viene poi approvato solo a 50 microgrammi. Quindi, per quasi due settimane gli anziani hanno ricevuto una quantità di vaccino sbagliata. Nel migliore dei casi è stato uno spreco, nel peggiore è stata potenzialmente dannosa. In quei 13 giorni sono state somministrate circa 230mila terze dosi, di cui il 15-20% Moderna. Se questa proporzione fosse valida per il booster, sarebbero 30-40mila anziani. Se dal Ministero della Salute fanno sapere di essersi attenuti alle indicazioni di Aifa, questa non commenta. E chissà se lo farà dopo la messa in onda dell’inchiesta di Report.



AIFA E L’ERRORE SULLE DOSI SBAGLIATE A MIGLIAIA DI ANZIANI

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha sbagliato la valutazione sulle dosi di Moderna. A lanciare la clamorosa notizia è Sigfrido Ranucci, autore e conduttore di Report, secondo cui lo scoop è emerso durante l’inchiesta condotta dagli inviati Emanuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale sulla terza dose dei vaccini anti Covid. “Per un errore di valutazione l’Aifa ha sostanzialmente autorizzato per 14 giorni, a partire dal 9 settembre, l’intera dose di Moderna, quando invece già il 3 settembre la stessa azienda Moderna è stata più cauta chiedendo l’autorizzazione per la metà della dose; infatti, gli altri enti regolatori si erano orientati verso questa soluzione”, ha spiegato Sigfrido Ranucci ai microfoni di Radio Radio. Ma ha anche spiegato che in quei giorni migliaia di anziani sono stati vaccinati con quella dose. “Speriamo che sia andato tutto bene”, ha aggiunto il conduttore di Report, secondo cui la vicenda di questo errore denota la mancanza di una regia internazionale quando si prendono decisioni di questo tipo.



LO STUDIO FANTASMA DELL’ISS

Sigfrido Ranucci ha svelato poi che stasera si occuperà a Report del caso di Cape Code, dove il 70% della popolazione è vaccinata. Eppure, è scoppiato un focolaio di cui si è dovuto occupare il più importante ente sanitario statunitense, la CDC. Quel che è emerso è che i vaccini offrono una grande protezione contro la malattia grave e la mortalità, ma il coronavirus continua a circolare perché la carica virale dei non vaccinati infetti è la stessa dei vaccinati che si contagiano. “L’altra cosa che emerge è che dovevamo avere uno studio per monitorare l’andamento degli anticorpi negli italiani, annunciato dall’Istituto superiore di sanità, ma non è ancora pronto. Eppure, sarebbe stato fondamentale per capire a chi si dovesse destinare la terza dose dei vaccini”, ha aggiunto il conduttore di Report. Chi lo ha fatto è Israele, che ha stretto un rapporto particolare con Pfizer a cui sono stati offerti i dati sanitari nell’ambito dell’accordo. “Io toglierei i brevetti. Ci sono paesi che non hanno fatto ancora una dose di vaccino. Quindi, non è solo un fattore etico, ma anche di visione”.

LE RIVELAZIONI SU PFIZER E TERZA DOSE

Ma Sigfrido Ranucci ha rivelato a Radio Radio che prima ancora che il vaccino Pfizer venisse approvato dalla Food and Drug Administration, in alcune riunioni segrete con gli investitori si proponeva la possibilità di fare affari con la terza dose; quindi, già sapevano che la protezione sarebbe calata in sei mesi e che si potevano fare affari con i paesi occidentali sulla terza dose. “Questa per me è una cosa che non si può sentire”, il commento del conduttore di Report. Intanto, la Procura di Genova ha acquisito il servizio su AstraZeneca. “Io sono favorevole alla vaccinazione, ma voglio sentirmi libero di parlarne apertamente, perché tutto ciò che viene nascosto alimenta dubbi e sospetti”, ha precisato Ranucci. “Il giorno in cui aumenteavano i contagi negli Stati Uniti, Biden ha annunciato il piano della terza dose. Due importanti esperti dell’FDA hanno bocciato la richiesta di vaccinare tutti gli americani con la terza dose, a conferma che è un ente indipendente. Infatti, è stata destinata ad anziani e fragili”, ha concluso il giornalista.