Il cambio di protagonista in Don Matteo, da Terence Hill a Raoul Bova, ha decisamente giovato alla storica serie tv targata Rai. Nonostante il telefilm godesse già di ottimi ascolti, in occasione della prima puntata del nuovo corso di Don Matteo, sono stati registrati ben 6.4 milioni di ascolti, pari al 31.2% di share. Numeri incredibili che come ricorda il Corriere della Sera, nella tv di oggi sono una rarità. «Siamo molto felici – ha commentato Luca Bernabei, ad di Lux Vide – il pubblico avrebbe potuto dire basta. Invece è arrivato questo risultato. Credo fortemente nel lavoro che facciamo. Dietro Don Matteo c’è un team con diversi tra i migliori professionisti in Europa. Il segreto è quello di qualsiasi serie importante: dietro c’è un format».
A ciò si aggiunge anche «l’intuito di aver voluto Raoul Bova nei panni di don Massimo e la provvidenza che lui fosse interessato. Sono tutti pezzi di un lego che devono incastrarsi in una certa maniera per costruire qualcosa di buono. Raoul era in un momento giusto della sua vita: è uno che si sta facendo le domande importanti, uno che si mette in discussione… se no quella luce buona negli occhi non ce l’hai e il pubblico se ne accorge». Terence Hill ha spiegato che avrebbe voluto continuare a vestire i panni di Don Matteo: «In realtà voleva fare qualche film – ha commentato Bernabei – una cosa ogni tanto, e per noi diventava complicato perché il nostro è un prodotto seriale. Ma non è detto che, nonostante se ne sia andato, non torni più…».
RAOUL BOVA: “SONO STATO L’ULTIMO AD ESSERE INFORMATO DEL SUCCESSO”
Ovviamente contento il protagonista di questo successo, Raoul Bova, che sempre al quotidiano di via Solferino ammette: «Sono stato forse l’ultimo ad aver visto questi numeri… ho ricevuto una valanga di messaggi, telefonate, è stato bello. Ci speravo ma non era scontato». L’attore spiega comunque di non essere mai entrato «nella dinamica del “mi accetteranno, non mi accetteranno”. Del resto con ogni progetto non puoi sapere se poi la gente ti seguirà. Io mi sono concentrato sul personaggio, arrivando su questo set con grande amore e grande passione».
E dopo l’esordio e il boom di ascolti, oggi l’attore romano 50enne dice vuole «ringraziare, sinceramente, tutti quelli che hanno visto la serie l’altra sera: anche quelli che non si sono mai persi una puntata in tutti questi anni hanno avuto la gentilezza di guardare prima di giudicare e di non essere chiusi: è un bel gesto e un bel segnale perché la porta non si apre a tutti. Quello che è capitato – ha proseguito – anche con la troupe, con Nino Frassica: era giusto che vedessero un lavoro all’altezza dei Don Matteo degli anni passati, che vedessero che metto cuore e anima nel personaggio». Ma quello di Raoul Bova sarà un impegno a lungo termine? «Ormai abbiamo imparato tutti a fare programmi a breve termine – replica lui – sempre con la Lux stiamo preparando anche altri progetti, quindi la possibilità di cambiare resta. Ma se penso alla lunga serialità di questo personaggio, la cosa non mi pesa. Anzi: sarà una gioia tornare sul set e interpretato il prete che avrei voluto incontrare io: un amico, una persona saggia, ma non saccente, che non cita a ogni costo il vangelo ma ti sta vicino con la sua spiritualità».