Raoul Bova è stato ospitato nel salottino di Ciao Maschio per la classica intervista a ruota libera sul suo passato, sulla carriera e sulle sfide che ha dovuto affrontare per arrivare dove si trova oggi, e tra una domanda e l’altra si è lasciato anche andare ad un attacco molto duro contro Francesca Fagnani che poco meno di un anno fa – era esattamente il 3 ottobre – l’aveva ospitato nella sua trasmissione ‘Belve’ mettendolo leggermente in difficoltà andando a ripescare alcune sue vecchie dichiarazioni (per così dire) scomode.



In apertura – infatti – Raoul Bova ci ha tenuto a precisare di essere una persona estremamente “pignola” e che da molta importanza al rispetto per gli altri e all’empatia, confessando che un’unica volta si è pentito di non essere stato abbastanza rigoroso e pignolo: “In quel momento – ha spiegato precisando di non voler fare nomi o entrare nel dettaglio – mi sono sentito timido con una persona che voleva a tutti i costi creare sensazionalismo” arrivando al punto da “tirare fuori la parte meno empatica della situazione, come fanno le belve“, zittendosi immediatamente dopo il riferimento alla trasmissione di Francesca Fagnani con un leggero (e finto) imbarazzo.



Raoul Bova: “Quando ero piccolo ero vittima dei bulli di quartiere”

Andando avanti nella sua intervista – e lasciando da parte la mai citata direttamente Fagnani – Raoul Bova passa a parlare della sua infanzia descrivendosi come “un bimbo molto vivace, per niente timido” che aveva “fin troppa energia”, almeno fino a quando non fu costretto a fare i conti con “i ragazzi più grandi del quartiere che mi attaccavano“; ma fortunatamente – e fu centrale nella sua educazione – c’era “la mia sorelle più grande a difendermi”.



Parlando suo padre e sua madre, Raoul Bova descrive il primo come “severo, che non amava che parlassimo in dialetto perché la reputava una mancanza di rispetto” e la seconda come “quella che mi diceva ‘ma sei troppo serio, divertiti’, eravamo un po’ complici perché mi faceva uscire di nascosto. Erano – sintetizza – poliziotto buono e poliziotto cattivo”; mentre proprio alla loro scomparsa associa uno dei momenti peggiori della sua vita, in cui “mi mancava il fiato ed ero vicino a dei pensieri anche non belli“, superato grazie all’importante supporto dei “miei figli [che] sono stati la mia salvezza”.