Raoul Bova racconta il suo passato da nuotatore nella clip che introduce il docu-film Ultima Gara. Il famoso attore, infatti, prima di diventare una celebrità del grande e del piccolo schermo era un talento del nuoto. A soli quindici anni Raoul si aggiudica il titolo di campione nei tornei giovanili nei cento metri dorso. Dopo il servizio militare Raoul Bova decide di intraprendere la carriera di attore, mettendo da parte la sua grandissima passione. La passione lo riporta in acqua in occasione del docu-film Ultima Gara, realizzato insieme a Massimiliano Rosolino, Filippo Magnini, Manuel Bortuzzo e Emiliano Brembilla. “Venti anni fuori dall’acqua si sono fatti sentire. Stavo morendo”, racconta con trasporto nelle prime sequenze di Ultima Gara. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Raoul Bova e l’amore per il nuoto

Come sarebbe andata la sua vita? Sarebbe stato felice? Questo si chiede Raoul Bova in Ultima Gara, il film in onda questa sera su Canale5 che, se vogliamo, racconta il suo altro volto, quello dello sportivo e del nuotatore, quello di un giovane pronto a grossi sacrifici per riuscire ad allenarsi e spuntarla in qualche modo. L’attore parlando del film di cui è stato regista e attore l’ha definito proprio una sorta di Sliding Doors, un voler guardare cosa sarebbe successo se avesse “azzeccato la virata durante la gara più importante”, quella della vita. In molti però quel passato da nuotatore di Raoul Bova non lo conoscono proprio e fanno fatica ad immaginarlo di 110 chili tra allenamento e sudore. Raoul Bova stesso ha raccontato di essersi allenato nella piscina dell’Aurelia Nuoto e che per giorni ha fatto un’ora e mezza di viaggio all’andata e un’ora e mezza al ritorno a bordo del suo motorino per allenarsi, e poi?



Raoul Bova e il suo rapporto con il nuoto “Pesavo 110 chili, mi ha salvato”

In una vecchia intervista, Raoul Bova ha raccontato: “Ci voleva un’ora e mezzo per andare e un’ora e mezzo per tornare. Quando ti viene da piangere che fai due allenamenti al giorno e sei bagnato e d’inverno ti rimetti sul motorino e comincia a piovere con il freddo e il vento e hai mani e piedi ghiacciati… Ecco, penso che quei momenti mi abbiano forgiato”. L’attore poi spiega che il nuoto lo ha salvato facendolo tornare sui suoi passi quando era arrivato ormai al limite di 110 kg ma deve dire grazie allo sport per averlo educato alla “sofferenza”: “Oggi vogliamo non soffrire e quando soffriamo lasciamo le cose a metà. Ma la sofferenza ti porta a qualcos’altro, fa parte del risultato”.

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