Raoul Bova a Verissimo parla anche della nuova serie tv “Made In Italy” in cui interpreta lo stilista Giorgio Armani. “Ho conosciuto Armani 25 anni fa, poi l’ho incontrato nel corso degli anni a Los Angeles, a Londra. Stava sempre con me o lo indossavo o lo incontravo alle sfilate, molto difficile l’approccio ad un personaggio che esprime dei concetti molto improntati soprattutto nei confronti della donna. Una donna rigorosa, che non è più la donna oggetto, ma una donna rigorosa, elegante e con fascino”. L’attore sempre parlando della serie “Made in Italy” rivela: “parla di noi, della nostra moda e andrà in tutto il mondo. Dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani”. Sul finale poi l’attore parla dei suoi prossimi 50 anni: “già me li sono vissuti, sono già nel 51imo”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Raoul Bova: “con la perdita dei genitori c’è un prima e un dopo”

Raoul Bova si racconta a cuore aperto a Verissimo. L’attore sex symbol ricorda il padre: “mio papà non solo mi ha portato in piscina, lui era un campione di lotta greco romana e poi si è appassionato al nuoto. La passione per questo sport ci ha portato a nuotare insieme e quando è venuto a mancare ho iniziato a cercare di raccontare questa bella esperienza e questo bel momento che ho vissuto col mio papà. Da questo rapporto è uscita fuori un’idea per un film, mi sentivo molto solo”. L’attore poi si sofferma su un momento molto difficile della sua vita: la perdita dei genitori. “La perdita dei genitori è un qualcosa che ti fa perdere la cognizione del dolore” – precisa Bova – “non riesci più a capire se un dolore o ti senti sdraricato dalla terra, è una sensazione che non la puoi provare finché non la provi e purtroppo oggi con questa pandemia è un sentimento che ci ha accomunato a tante persone”. L’attore si sofferma poi sulla morte della madre: “è cambiato qualcosa: c’è un prima e c’è un dopo assolutamente. E’ un colpo che ti porta al tappeto però credo che sia importante per tutti rialzarsi e sentirsi più forti di prima. Noi ce li avremo sempre dentro, sempre, non ti lasciano mai stanno lì con noi e ci proteggeranno e vogliono che noi siamo forti, dobbiamo esserlo per loro e quindi bisogna farlo ancora di più. Se prima eravamo figli, adesso siamo dei genitori che devono portare avanti i principi che hanno imparato dai loro genitori”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Raoul Bova: “Quando è morta mia mamma mi sono rotto tibia e perone, ho rischiato…”

Raoul Bova si racconta tra vita privata e lavorativa soffermandosi anche sul particolare periodo storico che stiamo vivendo: la pandemia da Coronavirus. E’ passato quasi un anno dal primo contagio italiano e la situazione è ancora in fase di miglioramento seppur con una nuova invincibile arma: il vaccino. L’attore però, intervistato da La Stampa, non nasconde quanto questo anno sia stato complicato per tutti noi. “E’ stato un anno difficile, ha tolto serenità, progettualità per il futuro, oltre alla vita a tante persone. Si cerca di non sprofondare, ma che siamo sott’acqua, sommersi da una situazione drammatica bisogna dirselo” – ha dichiarato l’attore sex symbol precisando – “proviamo paura, nervosismo, rabbia, sofferenza, e senso di impotenza nel vedere che chi dovrebbe fare delle cose perde tempo.



Hanno fatto film di fantascienza, ma questo va oltre”. Bova è convinto però di una cosa: “il lieto fine ci sarà, ma la convivenza con il virus durerà oltre il vaccino, quindi bisognerà pensare a una riorganizzazione della nostra società: interessi, tempo, tutela di giovani e anziani”. L’attore, che ha da poco ultima di girare “L’Ultima gara”, il film che arriverà nelle sale cinematografiche durante questo anno, sarà impegnato anche in una nuova fiction trasmessa su Canale 5.

Raoul Bova: la morte del padre e l’importanza della famiglia

Non solo attore di successo, Raoul Bova ha debuttato anche nelle librerie con il suo primo libro dal titolo “Le regole dell’acqua” edito da Rizzoli. Un libro che è nato dal desiderio di voler raccontare e condividere un momento difficilissimo della sua vita come ha raccontato a La Stampa: “è nato dalla alla voglia di esternare i miei sentimenti in un momento difficile”. L’attore torna proprio sul lockdown dello scorso marzo: “durante il primo lockdown c’è stato un momento di euforia collettiva e unione. Tutti cantavano dai balconi, chi leggeva le poesie, chi faceva concerti in privato, e ci siamo illusi che sarebbe durato poco il contagio. Questa voglia di stare insieme ha generato energia, ma è stata come uno sfogo che celava in tutti le grandi difficoltà legate all’ansia del domani. E ha accentuato le mie problematiche”.

Il dolore per la morte ravvicinata dei genitori e la rinascita grazie a Rocio Munoz Morales e i suoi figli

La sua vita è stata segnata dalla scomparsa dei genitori morti a distanza di pochissimo tempo l’uno dall’altro. “Quando è morta mia mamma mi sono rotto tibia e perone. Il grande dolore è esploso nella frattura di un arto” – ha raccontato l’attore che ha proseguito dicendo – “ho subito due interventi, uno dopo l’altro, ho avuto una complicazione e ho rischiato di brutto, quindi il recupero è stato più lungo. Oggi, però, credo sia stata provvidenziale. Anche se dolorosi, i ricordi mi hanno fatto comparare quella che è stata la mia vita passata con quella attuale”.

A stargli accanto in questo periodo così difficile della sua vita la compagnia Rocio Munoz Morales e i suoi figli. “Queste ferite lasciano il segno. Ho toccato il fondo, pianto, ho avuto bisogno di stare solo, e ne sono uscito grazie alla mia famiglia, che mi è stata molto vicina” – ha detto l’attore che ha anticipato – “subito dopo la prima ondata ho iniziato a girare una serie per Canale 5, “Buongiorno mamma”, una fiction sulla famiglia. Racconta la storia di una donna in coma e la forza di volontà di un padre che deve badare ai suoi cinque figli. E’ arrivata come un segno dal cielo perché rappresentava esattamente quella che era la mia parte viva e quella morta”.