Il taglio dell’orecchio a John Paul Getty III, durante il rapimento, è accaduto davvero. Nel film la situazione è stata molto romanzata, ma il fatto di cronaca è scritto negli albi della storia. Dopo il rifiuto del pagamento del riscatto i ricattatori decisero di inviare l’orecchio destro e una ciocca dei suoi capelli a Il Messaggero. Il gesto estremo era stato fatto per far capire che non si trattava di uno scherzo all’avaro nonno che di fronte alla richiesta di riscatto aveva specificato come se avesse pagato un solo penny si sarebbe ritrovato con tutti e 14 i suoi nipoti rapiti. Successivamente Il Tempo pubblicò delle foto trovate in una scatola lungo la Roma-Napoli e una lettera dello stesso John Paul Getty III che chiedeva ai genitori di pagare il riscatto. Quanto risulta ancora più incredibile è il fatto che il nonno decise di tirar fuori 2.2 milioni di euro, la cifra massima deducibile dalle tasse con il figlio John Paul Getty Jr che si impegnava a restituirli i soldi addirittura con il 4% degli interessi. Una storia che sembra assurda e che Ridley Scott ha raccontato con intelligenza e il giusto ritmo. (agg. di Matteo Fantozzi)



LIBERATO IL 15 DICEMBRE DEL 1973

Il 15 dicembre del 1973 John Paul Getty III fu liberato dopo un sequestro durato cinque mesi. La vera storia che ha ispirato Tutti i soldi del mondo, in onda stasera su Rai 1, è sicuramente toccante. Il ragazzo fu ritrovato sulla Salerno-Reggio Calabria da un camionista precisamente in Basilicata all’altezza di Lauria. Curiosità vuole che quel giorno il nonno, che in un primo momento aveva rifiutato di pagare il riscatto, compiva 81 anni. Per lui fu pagato un miliardo e settecento milioni di lire lasciati all’interno di tre sacchi depositati in una zona rurale del potentino a pochi minuti da Rivello. A Lagonegro tre anni più tardi si concluse il processo di primo grado per il rapimento del giovane ereditario con l’innocenza dei due principali indiziati del rapimento ciò Saverio Mammoliti e Girolamo Priomalli. Vennero invece condannati altri due imputati per essere stato gli esecutori materiali di quanto accaduto. Il denaro non fu mai ritrovato, eccezion fatta per alcune delle banconote depositate all’interno dei sacchi. (agg. di Matteo Fantozzi)



LA MORTE NOVE ANNI FA

Nove anni fa è morto John Paul Getty III e la sua vita non è stata semplice fin dall’adolescenza. A soli sedici anni, viene rapito infatti mentre si trova in Italia: i rapitori puntano a una fetta del patrimonio generoso del nonno Jean Paul Getty. Il riscatto è di 17 milioni di dollari, ma il patriarca dei Getty deciderà di non pagare e per questo il ragazzo perderà un orecchio. “Mi mise la lama contro l’orecchio”, scrive nel suo memoriale “Uncommon youth”, pubblicato postumo, nel 2013. “Ci fu un rumore come quello di un figlio strappato”, aggiunge, “il rumore è stata la cosa peggiore. C’è un limite al dolore. Se ti prepari puoi sopportarlo”. Secondo la ricostruzione, i rapitori entrano nella cella in cui è rinchiuso da mesi verso le 4 di mattina, con quattro bistecche da mangiare: tre ore più tardi i criminali entreranno di nuovo e lo benderanno. “Ero terrorizzato. Ho sentito che preparavano gli strumenti”, scrive, “Ho chiesto un fazzoletto per mettermelo in bocca”. Il suo racconto però ripercorre anche i giorni precedenti al rapimento, descrive una vita fatta di eccessi, l’espulsione da otto diverse scuole e la decisione di vivere a Roma con la madre, in seguito al divorzio dei genitori. “Ero tornato a casa fatto, le avevo detto di essere assuefatto alla cocaina“, dice in merito a quella lite con Abigail, “Lei si era messa a piangere. Passavo la sera con i gangster di Roma, gente che non dormiva mai. Cocaina, cocaina, cocaina. Avevano le mitragliatrici, stavano combinando grossi affari con la droga… Due di loro mi dissero che potevano rapirmi per chiedere un riscatto. Ero pronto a prestarmi al gioco per necessità economiche. Quando vuoi la coca faresti di tutto per averla. Ho cambiato idea, ma ormai l’idea era nell’aria”.



JOHN PAUL GETTY III, LA VERA STORIA DEL RAPIMENTO

John Paul Getty III

ha poi avuto modo di scrivere molte lettere alla madre Abigail Harris durante il rapimento. Negli anni Settanta, la famiglia però inizierà a credere che in realtà l’evento sia legato alla stessa volontà del ragazzo, con l’intenzione di chiedere dei soldi al nonno. “Cara mamma, da lunedì sono nelle mani dei rapitori”, scriverà in quei terribili giorni, “ti prego, non mi mettere in pericolo. Non credere che sia un gioco che ho organizzato io. Cerca di metterti in contatto con i rapitori. Se tardi mi taglieranno un dito e te lo manderanno. Non chiamare la polizia o mi uccideranno. Ti voglio bene”: questa una delle lettere, raccolte nel libro postumo “Kidnapped”, pubblicato in Gran Bretagna solo due anni fa. Oggi, venerdì 15 maggio 2020, la storia di John Paul Getty III verrà raccontata nel film Tutti i soldi del mondo, in onda su Rai 1 in prima visione. Quando la madre Abigail Harris riuscirà a convincere l’ex suocero a pagare il riscatto, i rapitori riceveranno poco più di 2 milioni di dollari e solo a quel punto libereranno il sedicenne. Getty Senior però sceglierà di dare i soldi sotto forma di prestito al nipote, chiedendo al figlio John Paul Getty II di restituirgli la somma con un interesse del 4%. Due anni più tardi al suo rapimento invece, Getty III verrà diseredato dal padre per via delle sue nozze con la regista Gisela Zacher. A 24 anni invece diventa paralizzato e ipovedente a causa di un’overdose di droghe e farmaci.