Francesca, una donna di 44 anni, è una delle sei vittime della rapina avvenuta alla stazione centrale di Milano lunedì sera. Intervistata dal quotidiano La Nazione racconta l’episodio e la paura vissuta in quegli attimi ma vuole ringraziare pubblicamente il passante eroe che l’ha salvata dal peggio. “Voleva il cellulare“, dice e aggiunge “erano circa le 18, stavo camminando con il telefono in mano perchè dovevo fare una chiamata, ho visto un uomo che mi veniva incontro barcollando e mi guardava in modo sospetto“.



Improvvisamente la donna si è ritrovata scaraventata a terra, ha provato ad opporre resistenza ma il marocchino 23enne autore dell’aggressione le ha puntato il coltello alla gola. “Sono stati attimi di terrore, mi sentivo persa perchè nel frattempo stava sopra di me impedendomi di muovermi“.  In quel momento fortunatamente un passante si è fermato a soccorrerla, un uomo di 50 anni che è riuscito a ad immobilizzare l’aggressore e a trascinarlo via in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.



Vittima della rapina a Milano: “inaccettabile vivere con l’angoscia”

Quello che stupisce di più nel racconto di Francesca, vittima dell’aggressione a Milano, è che quando parla del passante che l’ha salvata, si riferisce all’unica persona che si è fermata a soccorrerla nonostante l’episodio sia avvenuto in un punto centralissimo e in un orario molto affollato. La donna infatti ammette che “Tra tutta la gente che in quel momento si trovava in viale Doria, c’è stata un’unica persona che mi è venuta in soccorso: un uomo sui 50 anni che ha fatto uno scatto e si è avventato sul mio aggressore, riuscendo a staccarlo da me e a buttarlo in mezzo alla strada dopo averlo pure disarmato. Un atto eroico“.



La stessa vittima poi ha aiutato il soccorritore a tenere fermo l’aggressore: “con una gamba e una mano lo tenevo schiacciato a terra mentre con l’altra mano sono riuscita a telefonare alla polizia. La Volante è arrivata dopo 5 minuti. Sono stati 5 minuti lunghissimi, che non dimenticherò mai“. E conclude con un po’ di rabbia nei confronti dell’indifferenza, “ciò che mi lascia sbalordita è il fatto che quest’uomo abbia agito di giorno, tra la gente, in strade trafficate, con un senso di impunità. Ha scelto a caso le sue vittime. Non si può uscire di casa con l’angoscia, non è accettabile“.