Dobbiamo installare 70 GW di impianti rinnovabili per raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione europea del 55% di riduzione delle emissioni al 2030; ne stiamo realizzando circa un centesimo all’anno. “È un salto enorme. È una maratona da correre con il ritmo dei 100 metri. Dovremo molto contare sul supporto del GSE”, ha chiosato il ministro della Transizione ecologica intervenendo alla presentazione del rapporto delle attività del GSE nel 2020.
Perché la transizione sia fattibile giocoforza è la partnership con la società che, nonostante la pandemia, ha contribuito con un ruolo trainante alla piena affermazione delle fonti rinnovabili e dello sviluppo sostenibile: 15 miliardi di euro destinati a circa un milione di progetti dedicati alla transizione energetica, di cui 11,9 miliardi per l’incentivazione e il ritiro dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, 1,1 miliardi per l’efficienza energetica e per le rinnovabili nel settore termico, 1 miliardo dedicato ai biocarburanti. Queste le grandezze finanziarie dello sforzo dispiegato dal Gestore dei Servizi Energetici presieduto da Francesco Vetrò e guidato da Roberto Moneta, per incrementare quote sempre crescenti di rinnovabili nel sistema energetico.
Per lo scorso anno la copertura da fonti rinnovabili è stimata al 20% dei consumi energetici complessivi nei settori elettrico, termico e dei trasporti, portando l’Italia a superare nel 2020 gli obiettivi fissati dall’Unione europea (17%). Nel solo settore elettrico, il 37% dei consumi è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, cui è associata una produzione di circa 116 TWh, grazie anche a nuovi impianti installati per oltre 900 MW di potenza (dei quali circa 750 di fotovoltaico) e all’incremento della produzione fotovoltaica dovuta al maggior irraggiamento solare.
A fine 2020 risultano in esercizio in Italia circa 950.000 impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di oltre 56 GW. Di questi impianti, quasi 936.000 sono fotovoltaici, circa 5.700 eolici, mentre i restanti sono alimentati dalle altre fonti (idraulica, geotermica, bioenergie). Il fotovoltaico, sottolinea il GSE, sarà protagonista anche nel 2021 grazie all’avvio dei progetti relativi all’autoconsumo collettivo e alle comunità energetiche rinnovabili (CER). Al riguardo, nel 2020 il GSE ha pubblicato le regole tecniche, reso disponibile il Portale per le istanze di accesso agli incentivi e avviato una capillare attività informativa e di promozione con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
L’effetto volano dell’attività del Gestore ha portato all’attivazione di nuovi investimenti, pubblici e privati, nel settore della green economy per circa 2,2 miliardi, mentre l’energia elettrica generata da fonti rinnovabili e i risparmi energetici indotti dagli interventi di efficientamento incentivati hanno evitato l’emissione in atmosfera di ben 42 milioni di tonnellate di CO2, pari al consumo di 109 milioni di barili di petrolio. Il GSE ha sostenuto costi pari a 12,9 miliardi per l’incentivazione delle fonti rinnovabili di cui una parte (circa un miliardo) è stata compensata da proventi per il collocamento delle quote di emissioni italiane alle aste di CO2 sulla piattaforma comune europea nell’ambito del meccanismo ETS. Mentre il rimanente 11,9 miliardi è coperto dalla bolletta delle famiglie italiane con la componente ASOS destinata a incentivi statali per la promozione delle energie rinnovabili. L’aumento rispetto agli 11,4 miliardi del 2019 è legato alla maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili e alla contestuale riduzione dei ricavi legati alla vendita di energia per effetto della riduzione del prezzo unico nazionale.
Inoltre, il GSE ha messo a disposizione le sue consolidate competenze tecniche e gestionali per l’accesso agli incentivi e la riqualificazione energetica di oltre 3.100 edifici pubblici e per la formazione di oltre 2.500 tecnici della Pa.
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