La corsa del biologico non conosce ostacoli. Ormai lontane dall’essere considerate un semplice fenomeno di moda, le proposte green incontrano sempre maggior interesse e consenso presso i consumatori. I numeri parlano chiaro: secondo la fotografia del settore restituita dal Rapporto Bio Bank 2020, nel corso dell’anno appena concluso il totale del mercato bio in Italia ha raggiunto quota 6,9 miliardi di euro. A soffiare sulle vele della transizione è stata soprattutto la componente domestica, arrivata a incidere per 4,3 miliardi di euro grazie a un ritmo di crescita che l’ha vista più che raddoppiare in dieci anni (+118%). Ma neppure l’export ha mancato di apportare un contributo significativo al comparto: il giro d’affari in questo caso ha raggiunto i 2,6 miliardi di euro, complice un allungo nel decennio pari al +131%.



A generare e intercettare la crescita del fenomeno – emerge sempre dal Rapporto Bio Bank 2020 – è stata soprattutto la grande distribuzione, che da sola ha mosso vendite per un valore superiore a 2 miliardi di euro, mettendo a segno dal 2011 al 2020 un exploit del +279%. L’insieme degli altri canali distributivi ha invece marciato più lentamente, registrando una progressione del +58% che ha comunque permesso di ottenere un fatturato cumulato pari a 2,3 miliardi di euro.



Attività in crescita

L’espansione dei consumi biologici ha influito anche sulla crescita delle aziende impegnate in produzioni green. E anche qui la conferma viene dai dati. Nell’arco degli ultimi cinque anni, il numero delle attività delle tipologie alimentari censite da Bio Bank è stato protagonista di un’accelerazione del 7,3%. Brillante, in particolare, è risultata la performance dei siti di e-commerce di alimenti bio, arrivati a quota 405 unità sulla scorta di un aumento del +41,6%, spia di un trend già positivo, peraltro ora accelerato dalla pandemia. Bene però hanno fatto anche i ristoranti bio, che con 543 locali censiti macinano uno sviluppo del +20,7%, purtroppo difficilmente destinato a trovare conferma nel 2020 a causa delle chiusure forzate imposte dalle misure di contenimento della pandemia. Note meno positive arrivano invece dai negozi bio che calano del 4%, non superando la soglia di 1.339 unità: qui a farsi sentire è la concorrenza della grande distribuzione alla quale i punti di vendita al dettaglio reagiscono puntando sull’aggregazione.



Da segnalare inoltre è il forte turn over che caratterizza il settore: le 3.476 attività bio censite da Bio Bank nel 2019 sono il risultato del saldo ottenuto tra le oltre 500 attività uscite dal censimento e le quasi 650 che vi sono entrate.

Regioni leader

Quanto, infine, all’incidenza geografica delle attività monitorate da Bio Bank, nel 2019 emerge la supremazia di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, tre regioni dove si concentrano 1.379 attività sul totale di 3.476: in pratica quattro su dieci. Alla guida, invece, della classifica per densità, costruita sull’indicatore dato dal numero di attività per milione di abitanti, si confermano le Marche, seguite dal Trentino-Alto Adige. Sul terzo gradino del podio c’è invece l’Emilia-Romagna, unica regione a essere presente in entrambe le graduatorie.