Cattive notizie in arrivo per la grande distribuzione. Il 2021 non promette i brillanti risultati registrati nel 2020, archiviato con un incremento delle vendite del +4,2% rispetto al 2019, un allungo che raggiunge il +5% considerando anche il canale e-commerce, protagonista di un’accelerazione del +140 per cento.

Stando a quanto emerge dalla fotografia scattata dal sondaggio “2021, l’anno che verrà” svolto in collaborazione da Coop-Nomisma e dall’indagine “2021 Restart. Il nuovo inizio per l’Italia e gli italiani” rivolta ai manager della filiera alimentare che fanno parte della community del sito italiani.coop, con il graduale esaurirsi dell’emergenza sanitaria si attende infatti una flessione del fatturato dei retailer nazionali. Per la rete fisica le stime parlano di un calo del -2,6%, che potrebbe limitarsi a -1,6% conteggiando anche l’apporto dell’e-commerce.



I principali imputati della frenata – dicono i manager della filiera alimentare – vanno ricercati soprattutto nella minaccia della crisi economica e nei suoi effetti negativi sulla domanda finale: il 27% degli italiani prevede infatti una contrazione negli acquisti di prodotti alimentari o del largo consumo.



A soffrire di più – fanno notare sempre le indagini di Coop – sarà certamente il Sud del Paese, mentre la perdita sarà meno pronunciata nelle regioni settentrionali, anche grazie alla forte ulteriore crescita dell’e-commerce che si concentra proprio in questi territori.

La doppia faccia dell’e-commerce

Le vendite online però rappresentano un dilemma per gli operatori della filiera. Per i top manager alimentari intervistati da Coop si rivelano contemporaneamente una minaccia (60%) e un’opportunità (40%). Da un lato, infatti, rappresentano un mercato in forte crescita (Nielsen prevede un incremento del 62% nel 2021), così come una valida occasione per offrire un miglior servizio ai consumatori; dall’altro lato, tuttavia, costituiscono anche un canale che rischia di cannibalizzare la rete fisica e di aggiungere ulteriori costi agli equilibri di bilancio, già piuttosto precari, del settore.



Il cibo del “next normal”

Di certo, invece, c’è che nel 2021 cambierà l’approccio degli italiani al cibo. La parola d’ordine destinata a ritmare l’anno appena iniziato – rivelano ancora gli studi di Coop – sarà sobrietà. Il che, in altre parole, significa che i riflettori saranno sempre puntati sul borsellino. Se infatti per il 71% del campione l’alimentare rimarrà una voce di spesa stabile, il 15% dichiara di voler risparmiare. Continuerà, insomma, l’onda lunga dello slow cooking, la nuova strategia degli italiani che punta a limitare la spesa, acquistando più ingredienti di base e meno piatti pronti, e contemporaneamente a difendere qualità e salubrità del cibo spesso cucinandolo da sé.

Inoltre, secondo i top manager della filiera alimentare, gli acquisti si concentreranno maggiormente sugli alimenti prodotti con ingredienti freschi, previsti in crescita dal 52% degli intervistati, e soprattutto con materie prime italiane e naturali/sostenibili: rispettivamente il 53% e il 48% del campione ritiene queste categorie destinate a registrare performance migliori rispetto all’anno precedente. Va detto però che il concetto di prodotto sostenibile si farà più articolato: al generico rispetto dell’ambiente si affiancheranno anche il tema della produzione locale o legata al territorio (la pensa così il 50%) e quello della filiera controllata (49%). Ma non solo: il 47% del campione, infatti, accosta la sostenibilità anche al principio della giusta remunerazione per i vari attori della filiera.

Fuori casa: la svolta è possibile

In questo scenario in evoluzione, infine, gli studi condotti da Coop segnalano anche un dato che promette speranza per il settore dei consumi fuori casa, tra i più tormentati dalla crisi. Secondo il rapporto Coop-Nomisma, oltre 4 italiani su 10 dichiarano che nei prossimi 12 mesi viaggeranno più spesso. Molti hanno intenzione di tornare alla socialità live (musei, cinema) ed esprimono voglia di compresenza fisica e non più solo virtuale. Più di uno su tre sogna serate in compagnia. Un buon viatico, quindi, per bar e ristoranti.