I Rapporti annuali dell’Inps arricchiscono la cultura previdenziale del Paese, per la documentazione prodotta e riferita a gran parte delle 400 prestazioni previdenziali, assistenziali che l’Istituto gestiva. Il Generale de Gaulle era solito dire, con riferimento alla Francia, che non è possibile governare un Paese che produce più di 400 formaggi. Mutatis mutandis, l’Inps se la cava bene soprattutto perché da qualche anno a questa parte sull’Istituto di via Ciro il Grande i Governi hanno scaricato tutte o quasi le nuove prestazioni con cui sono state affrontate le ultime crisi che hanno investito le famiglie. L’Istituto ha dovuto predisporre ex novo le procedure informatiche sotto l’assillo di una domanda sociale che attendeva quelle misure per i bisogni quotidiani delle famiglie.



Ciò premesso e riconosciuto, dobbiamo far notare – rispetto ai bilanci del passato – una certa ritrosia a parlare di conti, riservando a questi aspetti le ultime pagine del rapporto, pur apprezzando che sia stato messo in chiaro nel XXIII riferito al 2023 che “per comprendere appieno l’azione dell’Inps è essenziale analizzare i suoi bilanci, che offrono una panoramica completa delle performance finanziarie e dell’allocazione delle risorse”.



La gestione finanziaria di competenza dell’esercizio 2023 chiude con un avanzo di 12.188 milioni di euro, quale differenza tra 536.244 milioni di accertamenti e 524.056 milioni di impegni, per effetto dei saldi di parte corrente (7.668 milioni di euro) e in conto capitale (4.520 milioni di euro). La gestione finanziaria di cassa, con riscossioni per 524.081 milioni di euro e pagamenti per 525.083 milioni di euro presenta un differenziale negativo di 1.002 milioni di euro che, sommato al fondo iniziale, determina un avanzo di 39.944 milioni di euro.

Sul piano economico-patrimoniale, l’anno 2023 chiude con un risultato di esercizio positivo pari a 2.063 milioni di euro, in peggioramento di 5.083 milioni rispetto al 2022, quando è risultato pari a



7.146 milioni di euro. Per effetto del risultato d’esercizio conseguito e della riduzione del debito per anticipazioni di tesoreria, il patrimonio netto passa da 23.221 milioni di euro di inizio esercizio a 29.784 milioni al 31 dicembre 2023.

Entrate contributive e maggiore occupazione

Nella gestione di competenza le entrate sono risultate pari a 269.152 milioni, con un aumento di 13.014 milioni (+5,1%) rispetto al dato accertato nell’esercizio precedente (256.138 milioni). Tale crescita è in gran parte ascrivibile all’andamento del quadro macroeconomico, che presenta un incremento della massa retributiva pari al +4,5% per l’intera economia, quale effetto congiunto dell’andamento occupazionale alle dipendenze e dello sviluppo delle retribuzioni individuali; il mercato del lavoro alle dipendenze ha registrato un incremento delle unità di lavoro complessive pari al +2,6% e una crescita delle retribuzioni lorde per dipendente pari al +1,9% annuo. Analizzando per tipologia di assicurati, si rileva che il maggior incremento in valore assoluto riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato (+5,7%, pari a 9.348 milioni, per un totale di 173.006 milioni); in termini percentuali, invece, i lavoratori autonomi riportano un aumento del 5,8% (+1.270 milioni, per un totale di 23.218 milioni). I contributi dei dipendenti del settore pubblico ascendono a 62.324 milioni (+1.739 milioni, pari al 2,9%); quelli dei lavoratori parasubordinati e dei liberi professionisti aumentano del 6,6%, per un totale di 10.604 milioni (+657 milioni).

Trasferimenti dal bilancio dello Stato e delle Regioni

I trasferimenti dal bilancio dello Stato e delle Regioni affluiti all’Istituto tramite la Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali (Gias) evidenziano un incremento di 7.428 milioni, rispetto al precedente esercizio, raggiungendo 164.432 milioni. Le misure che hanno maggiormente concorso a tale incremento sono rappresentate dall’Assegno unico e universale, dall’incremento dei trasferimenti statali per sgravi contributivi e dalla copertura degli oneri pensionistici della Cassa pensionistica dipendenti Stato (Ctps). Si ricorda che la gestione ha la finalità di assicurare la copertura degli oneri di natura assistenziale o che trovano il loro finanziamento nella fiscalità generale.

Prestazioni istituzionali

Le prestazioni istituzionali sono pari a 398.063 milioni, con un aumento di 17.345 milioni rispetto al 2022 (380.718 milioni). Le pensioni riportano un totale di 304.145 milioni e un aumento di 20.890 (+7,4%) rispetto ai 283.254 precedenti. Compongono la voce le pensioni private, pari a 215.608 milioni (+14.843 milioni, pari al 7,4%) e le pensioni pubbliche, pari a 88.536 milioni (+6.047 milioni, 7,3%). Le spese per il sostegno del reddito, che nel 2022 erano pari a 26.033 milioni, riportano una diminuzione del 29,3% e totalizzano 18.408 milioni (-7.625 milioni). La voce più consistente è rappresentata dai trattamenti di disoccupazione, pari a 13.099 milioni, con aumento di 1.563 milioni (+13,5%) sull’anno 2022. Seguono i trattamenti di malattia pari a 2.713 milioni (-888 milioni). I Bonus 200 euro (art. 32 D.L. n. 50 del 2022) e Bonus 150 euro (D.L. n. 144 del 2022), che complessivamente ammontano a 554 milioni, diminuiscono di 7.837 milioni.

L’inclusione sociale riporta una spesa di 34.104 milioni (+0,9% rispetto al 2022), tra cui sono in evidenza le prestazioni per l’invalidità civile (pari a 21.619, +5,3% rispetto allo scorso esercizio) e il Reddito e Pensione di Cittadinanza (pari a 6.688, -16,8% sul 2022) e gli assegni e pensioni sociali (+ 559 milioni, +10,7%) Le spese per la famiglia, con 23.847 milioni, registrano una crescita del 12,3% rispetto al dato 2022 pari a 21.242 milioni. L’aumento dell’Assegno unico e universale (+5.393 milioni) combinato con la diminuzione dell’Assegno al nucleo familiare (-2.868 milioni), costituiscono la principale motivazione di tale andamento.

Completano la rassegna della spesa istituzionale le altre prestazioni, che incidono sul bilancio dell’Istituto per 17.559 milioni (in aumento del 7,1% rispetto ai 16.394 milioni dell’anno precedente). Le voci di maggior rilievo sono costituite dal Tts/Ttfr dipendenti pubblici (9.707 milioni, +10,6% rispetto al 2022) e dal Tfr dipendenti privati (6.878 milioni, +5,5% rispetto al 2022).

Il risultato di esercizio

Il risultato d’esercizio, che è il più significativo dello stato di salute dell’Ente, si attesta a 2.063 milioni, con un peggioramento di 5.083 milioni rispetto al 2022 (7.146 milioni). Tale risultato, al netto delle assegnazioni alle riserve legali e al fondo di riserva dei Fondi di solidarietà, determina un disavanzo economico di 2.874 milioni.

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