Elon Musk vuole rivoluzionare la pubblica amministrazione negli Stati Uniti. Tagliare processi interni inutili, semplificare, ridurre il personale inutile e dare risposte ai cittadini ed alle imprese. E lo vuole fare seguendo un’idea chiara. Per fare bene serve che i processi siano veloci e fluidi. Sennò si perde la sfida per la competitività. Con altre parole, ed in altri tempi, Francesco Saverio Nitti, uno dei più grandi meridionalisti italiani, sosteneva che “La questione del Mezzogiorno è essenzialmente una questione di efficienza amministrativa”, creando un ideale ponte spazio-temporale tra due mondi diversi uniti da due menti brillanti che hanno, ognuna per la sua sensibilità, identificato un pezzo fondamentale del problema: l’efficienza della pubblica amministrazione.
Come ben evidenziato dal Rapporto Svimez 2024, la Pa nei territori meridionali soffre ancora di gravi carenze amministrative che compromettono la capacità di gestire e attuare interventi cruciali, come quelli finanziati dal PNRR. Questa debolezza istituzionale rappresenta un freno allo sviluppo, aggravando ulteriormente le disuguaglianze territoriali, nonostante vi sia stato un incremento degli occupati nelle Regioni e nei Comuni ed un generale abbassamento dell’età dei funzionari e dipendenti.
Il blocco del turnover avviato oltre 15 anni fa ancora mostra i suoi effetti e poco possono le iniezioni di personale per cambiare un modo di agire e di decidere ancora da burocrazia monarchica. Le conseguenze sono chiare: solo il 31% dei progetti PNRR nel Mezzogiorno è stato messo a bando, contro il 60% nel Centro-Nord. Anche nella fase di aggiudicazione, il divario è evidente: mentre il Centro-Nord registra un tasso del 91%, nel Mezzogiorno la percentuale scende al 67%.
Questi numeri rivelano una macchina amministrativa incapace di rispondere prontamente alle esigenze di sviluppo, ma anche un’evidente minore capacità della classe politica meridionale di guidare la crescita ed ottenere dei risultati effettivi. Anzi, permane nel Mezzogiorno una diffusa permeabilità maggiore ad episodi corruttivi, maggiori e minori, come evidenzia l’Anac, citata nel rapporto. Questi limiti sono del tutto coerenti con la minore efficienza del sistema produttivo che a volte appare quasi un male necessario piuttosto che un volano di sviluppo. L’idea che fare impresa sia un quasi disvalore lo si legge dai dati. I tempi di gestione dei progetti e delle autorizzazioni sono ancora al di sotto della madia europea e nazionale e pochi rimedi ad a oggi paiono messi in campo.
Va segnalato qualche miglioramento in quelle amministrazioni che hanno effettivamente investito in nuove risorse umane ed hanno avviato un percorso di rafforzamento e di svecchiamento che ha aperto la strada a nuove energie. Significativo che la Campina, dopo un massiccio concorso, sia oggi la seconda Regione più giovane per età anagrafica dei dipendenti.
Dal Rapporto viene fuori un ritratto purtroppo consueto, con la debolezza degli enti locali nel gestire i fondi europei e nazionali che rischia di vanificare gli sforzi di coesione territoriale. Se si pensa che circa il 45% delle risorse destinate dal PNRR ai Comuni italiani, pari a 32 miliardi di euro, è stato assegnato ai territori meridionali si comprende come sia vitale che si sblocchino rapidamente le procedure. Tuttavia, senza una Pa efficace, questi fondi rischiano di restare inutilizzati o di essere impiegati in modo inefficiente. La carenza di competenze e organici negli enti locali del Mezzogiorno resta un nodo cruciale da sciogliere. Guido Dorso, un altro grande studioso del meridionalismo, affermava che “La rinascita del Sud passa attraverso l’efficienza delle sue istituzioni”. Ed oggi quel monito appare sempre più attuale soprattutto se si pensa che negli Stati Uniti (la cui efficienza appare già molto superiore alla nostra) si sta mettendo mano ad una vera propria rivoluzione della pubblica amministrazione che sarà, nelle intenzioni, non più che un servizio e sempre meno un potere. Il tutto per affrontare le sfide dei prossimi decenni.
Ne deriva che serve un piano straordinario per la Pa, cambiando le regole di gestione del personale, avvicinandole a quelle dell’impiego privato, programmando assunzioni mirate di personale tecnico, prevedendo controlli efficaci, oggi possibili grazie alla tecnologia, che arrivino prima del controllo della magistratura. Un sistema di “gate and check”, ovvero corridoi velocizzati ma sottoposti a controlli progressivi in modo che si possa accelerare il percorso di crescita del Mezzogiorno. Serve tenere la Pa al centro di un nuovo patto con imprese e cittadini. I dipendi pubblici debbono, in particolare modo nel Mezzogiorno, essere coerenti con la loro funzione di “servizio” alle imprese e cittadini e perdere definitivamente l’idea che il pubblico impiego sia uno status giuridico privilegiato da cui esercitare un potere. Rafforzare gli organici, investire nelle competenze dei funzionari pubblici per garantire una gestione efficace dei progetti, ridurre la complessità burocratica che ostacola l’attuazione dei progetti. In pratica, ci vorrebbe un Elon Musk del Mezzogiorno invece che i tanti viceré che siedono dietro alcune scrivanie.
(3 – fine)
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