“Impresentabile”: è questa la parola che dilaga sui giornali e non soltanto, secondo La Verità, dopo le elezioni europee che in Francia hanno visto la vittoria del partito di Marine Le Pen, Rassemblement National. Una vittoria poi ridimensionata dopo le elezioni politiche che invece hanno visto RN solamente come terzo partito ma che comunque ha scosso e non poco tutto l’ambiente francese e nazionale, che ha iniziato ad utilizzare una serie di appellativi per descrivere il partito, a negare appunto tali cambiamenti in corso nella società e nella politica.
Come scrive Claudio Risè sulle pagine del quotidiano, si è trattato di un “no a questa roba, questa gente, questi volti, questi cambiamenti non si possono accettare. Anzi non possono rendersi presenti nella realtà quotidiana, non possono neppure esserci, circolare, manifestarsi liberamente”. Dunque, secondo l’opinione pubblica, “Le Pen va subito tolta dal presente, dalla realtà di oggi dove gli elettori dell’autolodatissima democrazia l’avevano messa con i loro voti”. Secondo l’autore si tratta di una mancata accettazione della realtà, che in Francia descrivono dunque come “impresentabile”.
“La destra di Le Pen non può essere tenuta fuori dalla guida del Paese”
La vittoria di Rassemblement National alle elezioni europee in Francia, secondo La Verità, ha portato ad una negazione della realtà: una reazione con la quale si rimuove qualcosa della quale abbiamo paura o che ci fa orrore, della quale aveva già parlato Sigmund Freud, teorizzando una teoria valida nel tempo. “Nella situazione della Francia di oggi è, così, emerso nella realtà e con qualche ritardo il fatto che ormai la destra della Le Pen era comunque in una posizione maggioritaria e che quindi non si sarebbe potuto tenerla ancora per chissà quanto fuori dalla guida del Paese”, secondo Risè. Dunque, a detta del giornalista, nonostante la negazione da parte di una gran fetta del popolo francese, il successo di Le Pen con Rassemblement National non può essere ignorato.