Si è aperto nella giornata di ieri presso il tribunale dell’Aja, il processo di appello nei confronti di Ratko Mladic, ex capo militare dei serbi di Bosnia, già condannato in primo grado all’ergastolo nel 2017 per i fatti avvenuti durante la guerra in Jugoslavia del 1992-1995, fra cui il genocidio di Srebrenica e l’assedio di Sarajevo. Mladic si è presentato in aula con la mascherina protettiva, come riferito dai media internazionali, a cominciare dall’edizione online della Bbc, ed in precarie condizioni dopo i problemi di salute degli ultimi anni. Proprio per via della salute precaria dell’ex generale, la seduta era già stata rinviata due volte, prima a marzo e poi a giugno; lo stesso militare si era infatti sottoposto ad un intervento chirurgico all’intestino, e nel contempo, l’epidemia di coronavirus aveva obbligato di fatto il tribunale a posticipare l’udienza. Nelle scorse settimane i legali di Mladic avevano presentato una nuova istanza di richiesta di rinvio, ma era stata respinta, e di conseguenza, in segno di protesta, il principale avvocato difensore dell’imputato e un suo consigliere legale, hanno disertato la seduta di ieri.



RATKO MLADIC, IL FIGLIO: “NON È IN CONDIZIONI FISICHE ADATTE”

Il processo proseguirà nella giornata di oggi, quando è previsto un intervento di una decina di minuti dello stesso Mladic, e di fatto rappresenta l’ultimo appiglio per l’ex militare per evitare di passare il resto della sua vita dietro le sbarre, convincendo la corte a rivedere la precedente sentenza. Un’udienza, quella di ieri, che si è svolta tra l’altro in precarie condizioni tecniche, con la maggior parte di giudici e avvocati collegati in remoto per via delle restrizioni covid-19, e che ad un certo punto sembrava potersi interrompersi per i problemi di collegamento. Darko Mladic, figlio del cosiddetto “Macellaio della Bosnia”, ha parlato con l’agenzia di stampa Afp dicendo che suo padre “non ha potuto prepararsi” al meglio per l’udienza a causa dei suoi noti problemi di salute. “Non ha l’energia necessaria per un lavoro di questo tipo e ci sono domande su come funziona la sua memoria”, ha aggiunto. Il verdetto è previsto per la primavera del 2021.

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