Torna a parlare il Papa Emerito Benedetto XVI dopo mesi di silenzio nel monastero vaticano Mater Ecclesiae, e lo fa con parole molto nette in riferimento alla situazione drammatica che vive la Chiesa in Germania, la sua Germania. «Finché nei testi ufficiali della Chiesa parlerà solo la funzione, ma non il cuore e lo Spirito, l’esodo dal mondo dalla fede continuerà», così Joseph Ratzinger risponde per iscritto alla rivista “Herder Korrespondenz”, con ampi stralci riportati da Gian Guido Vecchi sul “Corriere della Sera”.



A 94 anni la lucidità di Benedetto XVI resta intatta, nonostante i tanti acciacchi fisici: il lungo percorso sinodale, il rischio di scisma, le dimissioni del Cardinal Marx “congelate” da Papa Francesco e poi ancora le richieste di aperture su donne, matrimoni LGBT e celibato preti: di questo e di tanto altro “soffre” la chiesa tedesca e su questo si concentra la riflessione del Santo Padre bavarese. «Mi attendo una vera e personale testimonianza di fede dai portavoce della Chiesa», sottolinea Benedetto XVI non lesinando critiche anche forti alle strutture della Chiesa in Germania. Ad esempio quando scrive, «Nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – ci sono molte persone in posizioni decisive che non supportano la missione interna della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza della istituzione».



IL MONITO DEL PAPA EMERITO ALLA (SUA) CHIESA

I testi ufficiali della Chiesa tedesca sono scritti, osserva ancora Ratzinger, «da persone per le quali la fede è solo ufficiale. Del resto l’espressione Chiesa ufficiale insinua una contraddizione interna tra ciò che la fede vuole e significa realmente e la sua spersonalizzazione». Sulla scia di quanto ribadito più volte anche da Papa Francesco (“prima la fede, poi le strutture”), Benedetto XVI ricorda come nel 2011 intimò alla Chiesa tedesca una sorta di demondanizzazione, vedendo la crescente già allora distanza «di parti considerevoli dei battezzati dalla vita della Chiesa». Ratzinger ritorna su quella richiesta e fa una piccola auto-critica: «la parola “demondanizzazione” indica la parte negativa del movimento che mi interessa, ovvero l’uscita dalla parola dal discorso e dai vincoli di un determinato tempo verso la libertà di fede». Insomma, è errato leggere in quelle parole di Papa Ratzinger del 2011 un invito a “estraniarsi” dalla mondanità, tutt’altro: «il rischio è la Chiesa che si mette in fuga nella pura dottrina», che sarebbe «completamente irrealistica». Scrive ancora sulla rivista “Herder Korrespondenz” il Santo Padre: «Una dottrina che esistesse come una riserva naturale separata dal mondo quotidiano della fede e dai suoi bisogni sarebbe allo stesso tempo una rinuncia alla fede stessa».

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