LA LETTERA DEL PAPA EMERITO
Una lettera e un video indirizzati alla Diocesi di Monaco e Frisinga in risposta alle dure accuse di aver “coperto alcuni preti pedofili”: il Papa Emerito Joseph Ratzinger – come promesso dopo lo scandalo del report “commissionato” dalla Chiesa tedesca – chiede perdono a nome di tutta la Chiesa Cattolica per il dramma e il dolore della pedofilia. Allo stesso tempo però allontana ogni singola accusa, spiegando di «non essere un bugiardo» e di aver sempre agito per il bene dei più piccoli (come del resto dimostra la più grande opera di “pulizia” all’interno della Santa Chiesa di Dio sia da Cardinale che poi da Pontefice).
«A seguito della presentazione del rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga il 20 gennaio 2022, mi preme rivolgere a tutti voi una parola personale. Infatti, anche se ho potuto essere arcivescovo di Monaco e Frisinga per poco meno di cinque anni, nell’intimo continua comunque a persistere la profonda appartenenza all’arcidiocesi di Monaco come mia patria», introduce Papa Ratzinger nella lettera poi esposta anche in un video dal segretario Monsignor Georg Gänswein.«Ho avuto grandi responsabilità nella Chiesa cattolica. Tanto più grande è il mio dolore e ogni giorno mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa», scrive ancora il Papa Emerito tornando a chiedere «perdono» a nome di tutta la Chiesa.
PEDOFILIA: DOLORE, VERGOGNA E PERDONO
Ratzinger esprime tutto il proprio personale dolore «per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi»: un sincero comunicato di affetto e umiltà per chi da decenni combatte contro la piaga indegna della pedofilia all’interno della Chiesa. Come aveva già fatto nei giorni scorsi, Benedetto XVI si scusa nuovamente per l’errore, «assolutamente non intenzionale», circa la sua presenza «alla riunione del 15 gennaio 1980 durante la quale si decise di accogliere in diocesi un sacerdote che doveva curarsi». In merito alle accuse durissime subite negli scorsi giorni, Ratzinger dichiara con forza, «Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità, e addirittura per presentarmi come bugiardo. Tanto più mi hanno commosso le svariate espressioni di fiducia, le cordiali testimonianze e le commoventi lettere d’incoraggiamento che mi sono giunte da tante persone. Sono particolarmente grato per la fiducia, l’appoggio e la preghiera che Papa Francesco mi ha espresso personalmente». Il Papa Emerito esprime tutta la contrizione di cui dispone per spiegare come in tutti gli incontri, soprattutto durante i tanti Viaggi apostolici, con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, «ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade». Alle vittime degli abusi sessuali «va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso», scrive ancora Ratzinger nella lettera inviata alla Diocesi di Monaco. Nelle considerazioni finali il Papa Emerito lascia come un breve ma intenso “testamento spirituale”, ribadendo come il perdono sia la cifra ultima del bene di Dio: «Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano». In maniera ancora più esplicita, il Santo Padre Joseph Ratzinger conclude «l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte».