Giorni di festa con migliaia di persone, tra droga e alcol, in barba a divieti e normative anti Covid. Perché mai partecipare a un rave party come quello che si è tenuto a Viterbo? «Alla gente piace drogarsi, per questo viene qui». Questa la spiegazione che ha fornito un livornese ai giornalisti mentre partecipava al rave party a Viterbo insieme ad alcuni amici. «Alla gente piace drogarsi, non ci posso fare nulla, è così. A me no, ma alla gente piace drogarsi», ha proseguito ribadendo il concetto. Il partecipante della festa abusiva si è anche complimentato per l’organizzazione: «È organizzato bene, ci sono medici e vigili del fuoco che giravano, c’è da bere e da mangiare, non manca nulla».



Anche un altro partecipante ha voluto sottolineare questo aspetto: «Il distanziamento è un po’ difficile in posti in cui viene così tanta gente. Ma è stato tutto organizzato benissimo, alla perfezione. C’era da mangiare e da bere». C’è poi chi ha voluto minimizzare quanto accaduto al rave party di Viterbo: «È tranquillissimo, è una cavolata tutto quello che si dice».



RAVE PARTY VITERBO, PARLANO I PARTECIPANTI

«Sono morte due persone, ma ti dico schiettamente come la penso: ho detto io a quei due di andarsi a ubriacare fino a morire? E quell’altro pure, è un lago un po’ del cacchio questo». Così il ragazzo ha giustificato a Repubblica quanto accaduto al rave party di Viterbo, dove tra l’altro ci sarebbero stati due presunto stupri e pure un parto. «Proprietà privata? Sì, ma inutilizzata. Si è creata una mini-cittadina completamente autogestita e non abbiamo fatto male a nessuno. Sono successe cose, ma accadono anche fuori», ha proseguito quando è stato messo al corrente del fatto che il proprietario del terreno sia infuriato per quanto accaduto. Sulle violazioni in materia di normative Covid ha invece preferito tacere: «No comment». Un’altra partecipante, di origine francese, invece ha aggiunto: «Ai rave party si sa ci può essere un’overdose».



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