Ray Kroc ebbe dunque una straordinaria intuizione, dal momento che, a seguito del suo acquisto del marchi Mc Donald’s dai due fratelli nel 1961 in cambio di un esborso pari a 2,7 milioni di dollari, nel giro di soli quattro anni è riuscito nell’impresa di costruire un patrimonio personale di ben 500 milioni di dollari. Tuttavia, proprio con i fratelli arrivò ben presto allo scontro, in quanto pare che Kroc avesse promesso ai fratelli McDonald’s mediante una stretta di mano che lo 0,5% dei guadagni della sua catena di ristoranti sarebbe stato riconosciuto loro a vita. Un accordo fra gentiluomini che, in verità, non sarebbe poi stato mantenuto, con Richard e Maurice che, nel corso della loro esistenza, hanno puntualmente rivendicato questo “diritto”, definendo Kroc uno sciacallo.



Sembra peraltro che quest’ultimo non abbia voluto mantenere la parola data perché i fratelli non gli cedettero il ristorante di San Bernardino, che fu ribattezzato con il nome di “The Big M.”, senza tuttavia fruttare un guadagno importante ai diretti interessati, che probabilmente avrebbero fatto meglio a cederlo al potenziale acquirente. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



La storia vera di Ray Kroc: la sua impresa con la catena McDonald’s alla base di “The Founder”

The Founder è il sesto film di John Lee Hancock, regista che ama raccontare storie vere, soprattutto se hanno protagonisti particolari e fuori dal comune. Infatti il film racconta la storia di Ray Kroc, imprenditore statunitense di origine cecoslovacca che si cela dietro la fondazione di McDonald’s. Tendenzialmente si crede che siano stati i fratelli Richard e Maurice McDonald a creare la catena di fast food celebre in tutto il mondo, in realtà Kroc , che all’epoca vendeva frullatori, conobbe per caso i fratelli quando questi gli ordinarono una serie di frullatori abbastanza cospicua. Un ordine che lo stupì e lo portò a visitare il ristorante in prima persona. Questo gli piacque così tanto che si propose per aprire altri McDonald’s in giro per gli Stati Uniti. Il sì dei due fratelli diede dunque vita a uno dei franchising di maggior successo della storia. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Una visita lavorativa che diventa un progetto milionario

Ray Kroc, la vera storia dell’acquirente di McDonald’s protagonista del film Premio Oscar “The Founder” che nel film è interpretato da Michael Keaton. La pellicola, in onda lunedì 16 agosto 2021 in prima serata su Rai1, racconta la storia di Ray Kroc che per molti è il fondatore della nota catena di hamburger e patatine diventata oramai un colosso nel mercato mondiale del fast food. In realtà Kroc negli anni ’40 lavorava produttore di multimixer capaci di lavorare simultaneamente cinque diversi tipi di milk shake.

Proprio grazie al suo lavoro nel 1954 fa visita ad un ristorante di San Bernardino dove otto delle sue macchine venivano utilizzate. All’interno di questo ristorante conosce i fratelli Richard James McDonald e Maurice James McDonald che erano riusciti a trasformare un ristorante in una catena di montaggio per hamburger, patatine fritte e milk shake.

Chi è Ray Kroc, protagonista del film The Founder?

Una intuizione che non passa affatto inosservata a Ray Kroc che decide di entrare in affari con Dick e Maurice creando il sistema del franchising. L’imprenditore e produttore decise di pagare i fratelli McDonald una quota per l’apertura di ogni ristorante che portasse il marchio e il nome. Non solo, poco dopo Kroc acquista la loro catena per 2,7 milioni di dollari, una cifra davvero importante se consideriamo che parliamo nel 1961. Con quella cifra i fratelli Dick e Maurice McDonald tornano così a vivere New Hampshire dove comprano delle ville e trascorrono le loro giornate a bordo di Cadillac.

Per Ray Kroc fu l’inizio di una fortuna senza precedenti. Proprio l’uomo ricordando la notte prima della firma del contratto con i fratelli Dick e Maurice McDonald disse: “quella notte nella mia stanza di motel non riuscivo a togliermi dalla testa quello che avevo visto durante il giorno. Visioni di ristoranti McDonald’s a ogni angolo di strada hanno sfilato attraverso il mio cervello”.