“La crisi idrica è gravissima”

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, in una recente intervista per La Stampa ha parlato della siccità e della crisi idrica per cui sarebbe necessario, secondo lui, razionare già da ora l’acqua. Spetta al Governo, secondo lui, scongiurare una crisi sociale che potrebbe essere veramente grave, prima ancora che sorga, oltre che per prepararsi ad affrontare le prossime estati in cui la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.



Il livello di allerta idrica che porterebbe alla necessità di razionare l’acqua, spiega il presidente di Legambiente, è “gravissimo, perché siamo al secondo inverno in cui le precipitazioni nevose e piovose sono state molto al di sotto della media. Il governo deve affrontare subito l’emergenza estate 2023″, senza però tralasciare delle future azioni strutturali e concrete per affrontare i prossimi anni. Si tratterà, infatti, spiega ancora il presidente di Legambiente, di una situazione continua che comporterà “la necessità di scegliere cosa fare con la minore acqua a disposizione. L’anno scorso si era creata la competizione dell’acqua in agricoltura” nel Nord Italia, in cui si doveva ricorrere all’acqua dei grandi laghi “ma il settore del turismo non voleva svuotarli per darla agli agricoltori”, e per evitarla potrebbe essere una buona idea razionare l’acqua già da ora.



Ciafani: “Razionare l’acqua per evitare la guerra”

Nel suo intervento sulla necessità di razionare l’acqua, il presidente di Legambiente parla chiaro, la crisi “rischia di diventare un problema sociale. La guerra dell’acqua nel Nord l’abbiamo già vista l’estate scorsa, quest’anno rischia di diventare più dura”. Il rischio di interruzioni o razionamenti è concreto, ma secondo Ciafani sarebbe interesse stesso del governo “fare subito un piano di razionamento, come ha fatto un anno fa col gas”.

Una buona idea per razionare l’acqua o risolvere la crisi, spiega ancora Ciafani, “potrebbe essere un commissariato. Ma servono persone competenti e che abbiano libertà di poter fare cose nel concreto, indirizzando gli interessi contrapposti”. Importante, in questo contesto, potrebbe essere “diffondere in agricoltura l’uso delle acque reflue depurate, che hanno una portata continua e costante e contengono azoto e fosforo, due fertilizzanti naturali”, ma per farlo “serve una campagna di sensibilizzazione, bisogna superare il pregiudizio”. Infatti, conclude l’intervento sulla necessità dir azionare l’acqua, gli agricoltori “non si fidano. Ci sono alcuni depuratori in Puglia predisposti per dare l’acqua, ma non tutti gli agricoltori la prendono”. Un esempio lampante, però, è Milano la scorsa estate, dove “gli agricoltori la usano e in quelle zone non c’è stato alcun problema di siccità”.