I rapporti tra Russia e Italia si sono fortemente degradati. Lo dice Sergey Razov, ambasciatore russo in Italia, nell’intervista rilasciata ieri a Stasera Italia. «Purtroppo, devo dire con grande rammarico che lo stato dei rapporti bilaterali è in forte degrado e non dipende da noi». Razov si è detto dispiaciuto anche per quanto riguarda l’espulsione di trenta diplomatici russi in Italia. «E su questo, a breve, ci sarà una risposta adeguata. Questa è la prassi diplomatica». Riguardo invece la guerra in Ucraina, ha definito «strana» la logica secondo cui «per arrivare la pace devi mandare nella zona del conflitto armamenti pesanti».



Dai giornali ha appreso che il governo italiano sta preparando un secondo decreto per l’invio di altre altri all’Ucraina. «Posso solo dire alle autorità italiane che con queste armi verranno uccisi civili e militari russi. Ovviamente questo non farà che peggiorare le nostre relazioni bilaterali», ha aggiunto Sergey Razov al programma di Rete 4.



RAZOV “SANZIONI? RUSSIA RESTERÀ IN PIEDI”

«Non tutti in Italia sono a favore di queste misure che il Governo sta prendendo», assicura Sergey Razov, facendo evidentemente leva su quanti nel nostro Paese sono contrari all’invio di armi all’Ucraina. Nell’intervista resa ieri a Stasera Italia, e realizzata da Pietro Suber, l’ambasciatore russo in Italia traccia un bilancio dell’intervento militare russo in Ucraina al 58esimo giorno di guerra, quindi a quasi due mesi dall’inizio dell’invasione. «Noi chiamiamo quello che sta succedendo in Ucraina ‘operazione militare speciale’. Il presidente della Federazione Russa ha detto più volte che per il Comando Supremo delle Forze Armate tutto sta andando seconde i nostri piani». Riguardo invece gli effetti delle sanzioni occidentali sull’economia della Russia, Razov rassicura: «Ovviamente ci sono state delle difficoltà per l’economia del nostro Paese, come ci sono state per i Paesi che hanno prodotto le sanzioni. Noi abbiamo sempre detto che le sanzioni sono un’arma a doppio taglio. Io sono sicuro che noi resteremo in piedi».

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