La Guardia di Finanza è recentemente riuscita ad individuare una diffusa rete di truffatori che hanno riciclato i soldi del RdC (il famoso, e famigerato, Reddito di Cittadinanza voluto dal governo 5 Stelle) per un totale temporale di oltre 1 anno. L’indagine, infatti, è partita nel febbraio 2021, quando le Fiamme gialle notarono uno strano traffico monetario in un negozio milanese, ed ha portato all’arresto dell’esercente proprietario nel dicembre 2022, individuando infine il giro di truffe.



Secondo quanto appurato dai finanzieri di Milano, il totale della truffa sul RdC ammonterebbe ad oltre 2 milioni di euro. Secondo quanto appurato, un folto gruppo composto da 600 cittadini somali che percepivano il sussidio statale, versava l’interezza del credito disponibile sulla carta all’esercente, tramite il Pos o il pagamento di utenze intestate al proprietario del negozio in questione. Dopo i versamenti, poi, l’esercente permetteva ai truffatori di “prelevare” la somma del RdC, trattenendo percentuali variabili dal 10 al 15%. La rete avrebbe incluso, oltre ai 600 somali, tre negozi di Milano, nello specifico un internet point (dal quale è partita l’indagine), una rivendita al dettaglio di alimenti e un kebabbaro, tutti esercizi che non motivavano l’addebito di oltre 600 euro per volta.



Le altre truffe sul RdC scoperte dalla Guardia di Finanza

Insomma, quella scoperta a Milano era una vera e propria rete estremamente diffusa di truffe condotte grazie al RdC ai danni dello stato italiano, che si può supporre sia esemplificativa di tantissimi altri casi simili. Inoltre, recentemente è finita sotto l’occhio dei finanzieri anche una donna italiana 33enne, scoperta a vincere un’ingente somma di denaro al poker online, che ha variato il suo reddito complessivo, ma senza che la donna lo dichiarasse (ai sensi dell’articolo 7 della legge 4/2019).

Secondo i finanzieri, inoltre, la donna 33enne impiegava gran parte del suo RdC esclusivamente per giocare al poker online. In Puglia, inoltre, è stata scoperta un’altra rete di truffe, per oltre 500mila euro, condotta da 48 ragazzi poco più che maggiorenni. Questi, secondo le Fiamme gialle, hanno fatto in modo di risultare senzatetto dichiarando in modo scorretto la migrazione della loro residenza all’anagrafe in modo da farsi riconoscere la possibilità di accesso al RdC, pur vivendo in casa con i loro genitori.