I RE MAGI E LA FESTA DELL’EPIFANIA: LA STORIA VERA

E anche per questa Epifania 2023 si ripropone la “domanda” per eccellenza nella festa del 6 gennaio: quelli strani personaggi chiamati “Re Magi” che arrivano a Betlemme seguendo un’ancora più strana “stella luminosa in cielo” cosa rappresentano? Chi sono? E soprattutto, cosa ci dicono oggi a 2023 anni di distanza? Tra riti, tradizioni e “leggende” varie, la figura di questi saggi dotti in arrivo da Oriente si è modificata nel tempo rimanendo però assolutamente immutata nel significato recondito e commosso della Sacra Festa cristiana della Manifestazione del Signore. Come riporta il Vangelo di Matteo sull’Epifania, «al tempo del Re Erode, Gesù nacque a Betlemme mentre alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta”».



Sempre il racconto evangelico si sofferma sul fatto che quei Re “Magi” vengono inviati da Erode a Betlemme per informarsi sul motivo di quel “presunto Messia” di cui si avvertiva: «Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese». Negli altri Vangeli ufficiali non si parla dei Re Magi, ma la tradizione cristiana riporta fino ai giorni nostri la straordinaria importanza della presenza di questi “dotti” in visita al Bambino Gesù nel giorno della sua Manifestazione al mondo ribadendo il significato recondito dell’Epifania.



CHI ERANO I RE MAGI: LA “DOMANDA” DI PAPA BENEDETTO XVI

In merito a chi sono realmente i “Re Magi” della tradizione cristiana, la storia riporta i nomi canonici di Baldassare, Melchiorre e Gaspare anche se nel corso dei secoli le tradizioni si sono “mischiate” con diversi dettagli e angolature proposte per capire le effettive personalità dei tre. Portarono in dono al Bambino Gesù oro, incenso e mirra, seguendo una stella che l’iconografia religiosa, da Giotto in poi, ha trasformato in una cometa, anche se con più probabilità si trattava solamente di una stella molto luminosa, forse una congiunzione di pianeti. Studi più recenti escludono la possibilità di una Cometa di Halley di passaggio in quel periodo storico (come invece aveva “ipotizzato” Origene nel III secolo): piuttosto, spiega un focus di “In terris” sull’Epifania, «La stella dei Re Magi molto probabilmente è stato un evento astronomico poco appariscente, ignorato dai più, ma carico di significato dal punto di vista astrologico». Ma al di là delle mere questioni astrologiche, è sulla figura dei dotti in arrivo da Oriente che si concentra l’illuminante riflessione del compianto Benedetto XVI nel giorno dell’Epifania: in memoria del Papa Emerito scomparso il 31 dicembre scorso e celebrato nei funerali solenni ieri in San Pietro, riportiamo alcuni passaggi preziosi dell’omelia per l’Epifania 2013 incentrati sulla figura dei Re Magi.



«Per la Chiesa credente ed orante, i Re Magi d’Oriente che, sotto la guida della stella, hanno trovato la via verso il presepe di Betlemme sono solo l’inizio di una grande processione che pervade la storia», sottolineava Papa Ratzinger riflettendo su quella “domanda errante” che rappresentavano queste particolari figure in arrivo da Oriente. «Gli uomini che allora partirono verso l’ignoto erano, in ogni caso, uomini dal cuore inquieto. Uomini spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo. Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia»: secondo Benedetto XVI, i Re Magi sono uomini che cercano Dio, «erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio». Come ha spiegato poi davanti ai giovani della GMG di Colonia 2005, il compianto Papa Emerito accendeva l’interesse in merito alla figura dei tre Re Magi in quanto “portatori” di domanda che è poi la stessa del cuore umano anche oggi: «Possiamo immaginare lo stupore dei Magi davanti al Bambino in fasce! Solo la fede permise loro di riconoscere nei tratti di quel bambino il Re che cercavano, il Dio verso il quale la stella li aveva orientati. In Lui, colmando il fossato esistente tra il finito e l’infinito, tra il visibile e l’invisibile, l’Eterno è entrato nel tempo, il Mistero si è fatto conoscere consegnandosi a noi nelle membra fragili di un piccolo bambino […] il cammino non è concluso fino a quando non si è incontrato Colui che ha il potere di instaurare quel Regno universale di giustizia e di pace a cui gli uomini aspirano, ma che non sanno costruire da soli. Porre tali domande significa poi cercare Qualcuno che non si inganna e non può ingannare ed è perciò in grado di offrire una certezza così salda da consentire di vivere per essa e, nel caso, anche di morire».