Assolto perché il fatto non sussiste. Fine di un incubo per Gigi D’Alessio dopo il pronunciamento del tribunale monocratico di Roma rispetto all’accusa di reati fiscali che pendeva sulla testa dal cantante ormai dal 2018. Proprio in quell’anno aveva avuto inizio una un’indagine che verteva su un’ipotesi di evasione dalle imposte da circa 1,7 milioni di euro che aveva portato la Procura a sollecitare una condanna a 4 anni. Secondo l’accusa, infatti, Gigi D’Alessio nel 2010 non avrebbe dichiarato utili per diversi milioni di euro, frodando il fisco. Una versione dei fatti respinta in toto dal giudice monocratico del tribunale capitolino, che ha fatto cadere le accuse anche per gli altri quattro imputati; come riportato da Il Messaggero si tratta di un socio e tre legali rappresentanti avvicendatisi nella Ggd Productions srl, società riconducibile al napoletano. Le accuse erano di occultamento delle scritture contabili.



Gigi D’Alessio assolto da accusa frode fiscale

Per essere più precisi, il processo nei confronti di Gigi D’Alessio ha avuto inizio da un’inchiesta dei pm capitolini per una presunta evasione fiscale fra Ires e Iva non versata. Il cantante napoletano non è stato però l’unico artista a dovere rispondere della propria condotta fiscale. Come ricostruito ancora una volta da Il Messaggero, nel 2017 l’accusa aveva chiesto la condanna ad un anno per Tiziano Ferro, mettendo nel mirino una presunta evasione da più di 3 milioni di euro avvenuta tramite un trasferimento fittizio della propria residenza in Inghilterra tra il 2006 e il 2008 che, secondo la Procura, aveva il solo scopo di sottrarsi alla tassazione italia. Fu l’avvocato di Tiziano Ferro, Giulia Bongiorno, a dimostrare che il trasferimento a Manchester era invece reale e ad ottenere così l’assoluzione per il suo assistito, anche in questo caso “perché il fatto non sussiste”. A cavarsela anche Gino Paoli, nonostante avesse concordato tramite i suoi avvocati di pagare a rate i soldi che doveva al fisco, ben 800mila euro. Dal momento che l’evasione è iniziata per certo prima del 2008 – hanno però concluso i giudici nel 2016 – non pagherà niente perché il reato è andato in prescrizione.
A proposito della sentenza di assoluzione di Gigi D’Alessio, i suoi legali, gli avvocati Pierpaolo Dell’Anno Giuseppe Murone e Gennaro Malinconico, hanno commentato: “La sentenza rende giustizia all’uomo prima che all’artista. Il tribunale di Roma ristabilisce la verità a distanza di dieci anni dalle ipotesi accusatorie, rimaste prive di riscontro, riconoscendo la legittimità dell’operato dell’artista, che ha sempre creduto che la giustizia riconoscesse l’assoluta legittimità del suo agire. Il tempo è galantuomo“.

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