Se non fosse per un sistema produttivo forte, l’Italia sarebbe già entrata in recessione, almeno è questo il concetto che si evince dalle critiche mosse dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi che è intervenuto a Firenze in occasione della prima Conferenza nazionale delle Camere di Commercio: il suo intervento mirava a rafforzare la richiesta di aiuti alle imprese e in favore del finanziamento dei consumi delle famiglie, attivando il taglio del cuneo fiscale.



Recessione e aumento dei tassi: la Bce va oltre al contrasto dell’inflazione?

A supporto di ciò però la sua critica alla politica restrittiva dell BCE si è fatta sentire: “Non vorrei che per contrastare l’inflazione entrassimo in recessione“. È vero infatti, per Bonomi, che dopo 10 anni di tassi negativi non abbiamo dei parametri di misura, ma è anche vero che le scelte della BCE vanno oltre rispetto a quanto previsto per un vero e proprio contrasto all’inflazione e, se qualcuno avesse da obiettare che si tratta della stessa ricetta americana, Bonomi potrebbe ad esempio rispondere che tra l’economia americana e quella europea c’è una grossa differenza. Il rischio, sottolinea Bonomi, è che si arrivi al paradosso in cui il medico dice: “La ricetta era giusta, l’operazione è andata bene ma purtroppo il paziente è morto“.



L’inflazione dovrebbe fermarsi quest’anno intorno al 5-6%, in calo rispetto ai valori attuali secondo i calcoli di Confindustria. Invece la produzione manifatturiera dovrebbe rallentare e sarà questo il vero problema per l’Italia nel 2023. La chiusura sarà comunque in positivo anche se rasenterà lo zero: +0,4% secondo Confindustria, ma soltanto all’eredità positiva del 2022. Nel 2024 il PIL sarà in aumento del +1,2% “grazie al rientro dell’inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale“.

Recessione e aumento dei tassi: il governo chiamato a sostenere imprese e famiglie

Bisognerà sostenere gli investimenti in modo da frenare il rallentamento della crescita economica oltre alla contrazione dei consumi, che invece tende al rialzo già da un anno. Confindustria chiede dunque al governo di intervenire in due modi:



  • attraverso “uno stimolo forte agli investimenti, Industria 5.0,
  • e di sostenere i redditi bassi: il taglio del cuneo fiscale.

Perché bisogna rimettere più soldi in tasca agli italiani, specialmente nei redditi bassi e lo si può fare solo tagliando le tasse sul lavoro“. A mitigare le tendenze negative, comunque, ci sono le risorse del Pnrr che, insieme ai Fondi Coesione, sono “una grande opportunità, un’occasione da non perdere. Parliamo – ha ricordato Bonomi – di quasi 400 miliardi di euro nei prossimi anni“.

Che Italia ed Europa si fossero avviate verso la recessione era già previsto dalle proiezioni del report del FMI pubblicate nel secondo semestre del 2022, tuttavia il bilancio non sarebbe andato in negativo sempre per effetto di un 2022 fuori da ogni previsione.

“L’economia italiana ed europea sembravano avviate verso la recessione, strette dalla crisi energetica e da un’inflazione a doppia cifra. Oggi quel rischio si è attenuato. Il Pil nell’ultimo trimestre dell’anno ha subito solo una lieve contrazione dello 0.1%”. Gentiloni ha precisato, comunque, che le stime di Bruxelles per l’Italia prevedono “una crescita molto ridotta”, pari allo 0,8%. A dare una mano, saranno anche le nuove regole del Patto di stabilità che saranno varate a breve con “percorsi di riduzione più graduale del debito”.