Record di decessi prematuri dovuti all’inquinamento da polveri sottili in Italia, secondo l’ultima analisi del rapporto pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, i dati riportati dal Corriere della Sera confermano che, sebbene ci sia un piccolo miglioramento rispetto al passato sulla qualità dell’aria, che i morti sono aumentati. La concentrazione di agenti pericolosi e di particolato è stata rilevata in valori superiori dalle 4 alle 5 volte rispetto a quelli stabiliti dai limiti dell’Oms, e questo soprattutto nelle grandi città della Pianura Padana.



In posizione più elevata, nella graduatoria negativa c’è soprattutto Cremona, quarta su 150 città europee, seguita da Padova, Vicenza, Venezia, Brescia, Piacenza, Bergamo, Alessandria, Asti, Verona, Treviso, Milano metropoli, Pavia e Torino. In tutte questa località i cittadini respirano un’aria considerata scadente, e questo comporta conseguenze gravi sulla salute. Tra le malattie principali derivate dalle polveri sottili, come ha stabilito l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sono: cardiopatie ischemiche, ictus, diabete, broncopneumopatia ostruttiva cronica, cancro ai polmoni e asma. Tutte patologie in aumento anche in soggetti giovani.



Polveri sottili, in Italia record negativo per qualità dell’aria e decessi prematuri

La qualità dell’aria in Italia è sotto i livelli consentiti dall’Oms. Il rapporto dell’Agenzia dell’Ambiente Europea ha confermato che le alte concentrazioni di inquinamento da polveri sottili e da particolato sono preoccupanti specialmente in Pianura Padana, che da anni detiene il record negativo nella graduatoria delle città in Europa, battuta soltanto da due città polacche e una in Croazia. Sotto accusa per l’aumento dei limiti consentiti ci sono soprattutto il traffico e gli allevamenti. Due dei fattori che fanno aumentare il livello di ozono e Pm 10 , e per i quali l’Italia è già sotto procedura di infrazione da parte del Consiglio UE.



Prossimamente dovrà poi confrontarsi con i valori ancora più bassi che l’Europa imporrà, nell’ambito dei provvedimenti per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica e decarbonizzazioneAlessandro Miani, ha affermato che il problema principale non è più quello delle industrie pesanti, ma piuttosto le emissioni veicolari e lo spargimento di liquami inquinanti nei terreni da parte degli allevamenti intensivi che sono aumentati. La soluzione quindi potrebbe essere quella di ridurre il traffico urbano spingendo i cittadini verso l’uso dei mezzi pubblici e dell’elettrico.