Gli investimenti nell’energia verde sono aumentati del 24% nel 2021, superando quelli nei combustili fossili che si sono fermati al +15%. Lo ha svelato l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), mostrando una tendenza globale che mostra maggiori investimenti nel settore green anziché in quello delle energie dannose per il clima.



Il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, ha dichiarato al Die Welt che “le energie pulite si stanno sviluppando più velocemente di quanto molti pensino”, spiegando come “per ogni dollaro investito nei combustibili fossili, 1,7 dollari vengono investiti in tecnologie pulite”. I numeri di questo fenomeno sono riportati anche nello studio OCSE World Energy Investment 2023: negli Stati Uniti in un anno saranno investiti 2,7 trilioni di dollari in tecnologia energetica: mille miliardi saranno destinati al campo dell’energia fossile, 1.700 miliardi invece all’energia verde, che sotto questo termine include anche le auto elettriche e le pompe di calore. Per fare un confronto, svelato l’Agenzia Internazionale dell’Energia mette a confronto i dati del 2013, quando si erano investiti 636 miliardi di dollari nella produzione di petrolio contro 127 miliardi nell’energia solare, con quelli attuali. Il quadro recente mostra infatti che negli ultimi dieci anni gli investimenti petroliferi si sono pressappoco dimezzati, mentre quelli per l’energia solare ammontano a 371 miliardi di dollari. Ma quali sono le cause dietro questo cambio di paradigma?



Crescono investimenti in energia verde: “troppe fluttuazioni” su prezzi combustibili fossili

L’Agenzia Internazionale dell’Energia analizza come dietro all’aumento degli investimenti nell’energia verde, a discapito per esempio del petrolio, ci siano le forti fluttuazioni dei prezzi dei combustibili fossili. Una volatilità accentuata nell’ultimo anno dalla guerra in Ucraina. Gli investimenti in eco-energie nazionali sarebbero quindi visti come elemento di stabilizzazione che riduce anche la dipendenza geostrategica dalle importazioni. Tuttavia, non si può non notare come la sola Cina fornisca la maggior parte dei moduli solari installati in tutto il mondo. In Germania, rileva il Die Welt, nove impianti su dieci sono stati importati dal continente asiatico. Così come le terre rare, l’acciaio e le materie prime alla base delle turbine eoliche.



Nella stessa Cina, sono state costruite nuove centrali elettriche a carbone, dunque basate sui combustibili fossili, perché la richiesta di energia sta aumentando su scala globale, in particolar modo nei Paesi emergenti. Proprio i Paesi in via di sviluppo sono quelli in cui si investe di meno in energia verde, un tema che dovrà essere affrontato alla Conferenza mondiale sul clima a dicembre, a Dubai, per trovare un modo per estendere la transizione green a tutti gli Stati.